Recensione “Viera Un’italiana del ’23” di P. Mattioli edito Pendragon Edizioni
Trama
In un quaderno verde Viera, un’italiana nata nel 1923, ha tenuto appunti e ricordi delle sue esperienze di vita. La figlia Paola ha voluto trascriverle e aggiornarle, perché le persone a lei care possano ricevere la testimonianza di una vita, e trarne insegnamento.
Recensione
Viera Un’italiana del ’23 è il diario di viaggio di una donna che ha attraversato con coraggio gli anni più difficili del ‘900.
Nata in Romagna da una famiglia modesta e lavoratrice, fin da subito Viera si dimostra sensibile e con una grande voglia di crescere e imparare. La sua indole indipendente la spinge a fare sempre di più, maturando in fretta e mettendosi alla prova prima a scuola poi a lavoro.
Viera un’italiana del ’23 è una testimonianza genuina e reale dei primi anni del novecento.
L’istruzione, la crescita personale e il primo lavoro vengono però spazzati via in poco tempo dall’arrivo della Seconda guerra mondiale. Inizia il pellegrinaggio attraverso parte di un’Italia devastata dai bombardamenti. Viera e la sua famiglia passano da un nascondiglio all’altro, da una casa a un’altra senza poter più costruire una vita vera e senza più certezze. E’ una corsa contro il tempo e contro l’invasione e Viera diventa improvvisamente una donna adulta consapevole di avere davanti a sé un futuro incerto e pericoloso.
Partono con pochissime cose da Bologna, il minimo necessario per sopravvivere, e nel tempo – con i vari sfollamenti – perdono quasi tutto rimanendo con un piccolo sacchetto di effetti personali. Non c’è più nulla della vecchia vita, se non la voglia di ricominciare e ricostruire. Ed è proprio questa necessità che spinge Viera ad essere coraggiosa e ad affrontare prove molto difficili.
Cominciammo a salire il pendio che ci avrebbe portato al di là del fiume, cioè alle truppe alleate, senza pensare che i tedeschi avrebbero potuto mitragliarci; quando una, due, tre raffiche ci fecero sobbalzare e sentimmo i proiettili vicini a noi. Mia madre svenne, mio padre non riuscì più a proferire parola, io non capivo ed ero terrorizzata; pensavo che dovessimo morire tutti, ad appena pochi metri dalla salvezza.
Dopo mesi di incertezza passati a vagare per l’Italia stremati, con i pidocchi e senza più nessun effetto personale, Viera e la sua famiglia arrivano a Viserba dove trovano un ultimo rifugio prima della Liberazione nel 1945. Rimasti senza più nulla ripartono da zero mettendosi nuovamente alla prova, si creano un lavoro e ricostruiscono tutto ciò che la guerra ha distrutto.
Quel sorriso mi portò a penare che non bisogna mai disperare
e che nella sofferenza, quando è comune a tutti, si trova vera fratellanza
perché ognuno di noi da il meglio di sé.
Viera Un’italiana del ’23 è una storia breve che lascia però un ricordo profondo. Rievoca i racconti dei nonni che ci parlavano di momenti lontani e terribili e insegna che, se determinati e uniti, si possono affrontare anche sfide incredibilmente difficili.
Sono molto felice di aver letto questo libro, è semplice e arriva dritto al punto. Ritengo sia un’ottima lettura anche per le scuole perché con una scrittura lineare e sincera racconta un pezzo di storia difficile.
Grazie all’autrice per la copia cartacea da recensire, lo terrò con cura e lo farò leggere ai miei figli.
Tempo di lettura del libro: un pomeriggio
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Cosa ho ascoltato durante la lettura:
Potete trovare il libro Viera Un’italiana del ’23 qui:
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