Recensione “Killian – Masters & Slaves Vol. 5” di Taylor Kinney
Trama:
Killian e Sin non vivono nell’harem della Regina, non sono così fortunati… loro appartengono al Principe Alexander e il loro giovane e viziato Padrone non gli rende la vita facile e non gli concede alcuna libertà.
Sin appartiene ad Alexander da quando era poco più che un ragazzino, hanno condiviso molto e tra loro c’è sempre stata una grande intesa, ma anche l’amore più profondo finisce quando è a senso unico e Alex è bravo ad allontanare le persone…
Killian è ancora molto giovane, ma nonostante questo ha già sofferto tanto, soprattutto per mano del suo Padrone. Il suo unico rifugio è Sin che però si ostina a tenerlo a distanza e a non concedergli l’amore di cui ha sempre più bisogno.
“Uno schiavo non ha il diritto di innamorarsi” è ciò che Sin gli ripete sempre più spesso, ma Killian sa ciò che vuole e non si arrenderà fin quando non l’avrà ottenuto…
Non è un romanzo storico
Recensione:
Quando mi è stato proposto di leggere Killian ho subito accettato per via dell’autrice che (oltre ad essere davvero una persona molto carina per quello che ho potuto constatare) è molto famosa e apprezzata sui social.
Devo però far notare che questo è il quinto volume di una serie che ha riscosso parecchio successo, ma che io non ho potuto leggere prima. Qui vi parlo solo del volume 5.
Killian è uno schiavo alla mercé del suo Padrone, il principe Alexander.
Il protagonista viene prestato per favori sessuali, molestato, frustato e sfruttato per soddisfare i bisogni del master. Nel corso della storia, tra sofferenze e innamoramenti, vediamo nascere una curiosa quanto inaspettata relazione d’amore.
La storia è buona, ha una trama orizzontale ben sviluppata (decisamente ben sviluppata se leggendo solo il quinto libro ho potuto seguire i discorsi senza troppi intoppi) che lascia al lettore la voglia di continuare a leggere la serie per capire come va a finire; ci sono poi le trame verticali che si snodano e terminano nel libro e che riescono nell’intento di catturare il lettore e far conoscere i nuovi protagonisti. C’è una bella storia d’amore che va pian piano definendosi nel corso del libro; una storia che sicuramente farà sospirare gli amanti del genere.
Trovo che nel complesso il libro sia ben scritto, sono evidenti le capacità narrative e linguistiche dell’autrice che poco ha da invidiare alle autrici più note e più pubblicizzate dello stesso genere.
Non sono però in grado di approfondire di più la recensione perchè non sono amante del genere e credo di non comprenderlo completamente. Il BDSM non fa per me.
Continuo comunque a pensare che l’autrice sia valida e che per gli amanti del genere questo libro possa essere una piccola perla.
Lo consiglio quindi a chi ama il genere BDSM.
In via esclusiva per questa volta darò due voti al libro: il mio personale da profana del genere e quello che sono sicura sia la valutazione adatta per il pubblico appassionato.
Quindi:
Per il genere 4.5/5
Per me 3.5/5 (ma solo perchè non riesco a comprenderlo a pieno)
Voto finale: 4
Spero apprezziate la mia onestà.
Le fiamme di Pompei
Una risposta.
Mi scuso per aver visto solo ora la tua recensione, ti ringrazio per le belle parole che hai speso per me e per il mio libro pur non apprezzando il genere, te ne sono veramente grata <3