Recensione Rizzoli “La Bestia” di J. R. Ward
Sinossi:
Recensione:
Adoro la Ward!!!
La scrittrice ha deciso di dedicarsi alla seconda coppia che abbiamo conosciuto in questa saga, Rhage e Mary (la mia coppia preferita, quindi sono di parte). Stanno attraversando un momento di crisi, e Rhage rischia alle prime pagine del libro di morire, e non si tira indietro davanti a quest’eventualità pensando che forse, ritrovandosi nel Fado con la sua amata, i loro problemi scompariranno. Per fortuna si salva, e a questo punto Mary decide di affrontare la questione: Rhage capisce che vorrebbe avere un figlio, ma la sua shellan è sterile, ed è grazia a ciò che loro possono stare insieme: in caso contrario, quando la Vergine Scriba l’ha salvata dalla leucemia, loro non si sarebbero più potuti incontrare o lei sarebbe morta all’istante. Mary, dal canto suo, si sente dispiaciuta per non poter dare un figlio a Rhage, e ha dei problemi al Porto Sicuro, il luogo dove accolgono le vittime di maltrattamenti: Bitty, la piccola che accolsero insieme alla madre salvandole da un padre violento, ha appena visto morire sua madre, e non si apre con nessuno, aspettando che suo zio (di cui nessuno sa nulla) vada a prenderla per portarla con sé e darle una famiglia.
In questo libro si parlerà anche di Layla, che è arrivata al nono mese di gravidanza dei gemelli, e quindi a metà della durata di una gravidanza vampiresca; si parla di Assail, che non riesce a dimenticare Marisol e avvia un’alleanza con la Confraternita nel tentativo di redimersi.
Considerazioni:
Non voglio spoilerare tutto il libro per non togliere il piacere di leggerlo a chi è interessato, ma posso dire che ancora una volta la Ward ha superato sé stessa. Ci sono quattro grandi colpi di scena, che ha lasciato come spiragli aperti e che spero possano svilupparsi nel prossimo libro; ha fatto capire come l’amore tra due persone possa esistere e superare anche quelli che sembrano ostacoli insormontabili; come al solito sono rimasta sveglia fino alle 2 di notte per continuare a leggere il libro, l’ho divorato, e adesso, come per ogni suo libro, aspettando trepidante che esca il successivo.
La Ward scrive dei libri che sono come una droga, non riesci a staccare gli occhi dalle pagine, e quando sei costretta a farlo ti senti come se avessi bisogno di un’altra dose, non puoi stargli lontano troppo a lungo.
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