Recensione Iperborea “Fiabe Islandesi” di S. Cosimini
Trama:
Terra di miti e leggende che sembrano riecheggiare ancora nei suoi paesaggi lunari, l’Islanda ha dato voce alla sua creatività anche in un originale patrimonio di fiabe, qui raccolte in un’antologia inedita. Un mondo di castelli stregati, lotte in sella ai draghi e viaggi per mare con le barche di pietra dei troll, popolato da bellissime regine che si rivelano orchesse, elfi dispettosi che è bene farsi amici, giganti a tre teste che escono dalle grotte di lava, e una natura “vivente” piena di misteri, dove ogni roccia, animale o corso d’acqua può nascondere un’insidia o una presenza fatata. Storie che raccontano l’eterna lotta tra il bene e il male a colpi di magie, metamorfosi e prove di astuzia e di coraggio, ma a oche l’origine di un proverbio o di un’antica credenza che fonde il sacro e il pagano, come quella degli elfi, i “figli sporchi” che Eva non è riuscita a lavare prima di una visita di Dio e che da allora dimorano negli anfratti rifuggendo ogni sguardo umano. Storie in cui i motivi di Biancaneve o delia Bella addormentata hanno risvolti per noi inaspettati, e se la giustizia trionfa sempre come vuole la tradizione, punendo i malvagi e dando felicità e ricchezza ai probi, ogni fiaba ci sorprende con uno humour irriverente, un’inedita sensualità o una crudezza che ricorda le saghe. Pagina dopo pagina ci avviciniamo all’anima di un popolo che nelle solitudini boreali ha sempre viaggiato con la parola, l’immaginazione, la poesia.
Recensione:
Trenta fiabe per centonovantacinque pagine.
Ho acquistato il libro delle fiabe islandesi credendo di leggere qualcosa di simile alla raccolta dei
fratelli Grimm o dei fratelli Andersen, ma sono rimasta molto delusa. Queste fiabe popolari sono
molti simili l’una all’altra, alcune sono addirittura uguali cambiando solo un paio di particolari.
Tutti i personaggi hanno gli stessi nomi, in quasi tutte c’è un troll cattivo che ruba o uccide o vuole
sposare con la forza principi o principesse, e poi c’è una fiaba che dovrebbe aver dato origine alla
storia di Biancaneve. Essendo poi che sono fiabe trascritte dalla narrazione popolare ce ne sono
addirittura un paio che non hanno un vero finale, ma ti lasciano con l’amaro in bocca. Non do mai
giudizi negativi, e chi legge le mie recensioni lo sa, però questo libro non mi è piaciuto per niente.
Non sono neanche storie da leggere ai bambini, quindi non va neanche acquistato per chi volesse
fare un regalo a dei bimbi.
Per quanto mi riguarda, non mi sento di consigliarlo.
Le fiamme di Pompei
Nessuna risposta.