Trama:
La casa sfitta: Mute testimoni di relazioni umane, le mura di una casa custodiscono nel silenzio i segreti degli uomini che le hanno abitate. Eppure certe case hanno assorbito così profondamente il loro contenuto, che esso si palesa all’esterno in tutto il suo inquietante aspetto. Nido, o prigione? Quale mistero avvolge la casa sfitta che ossessiona la signora Sophonisba? Cosa si cela dietro le persiane scorticate e il fango che oscura i vetri dai quali nessuno parrebbe più affacciarsi? Due investigatori speciali tenteranno di mettere pace nel cuore della loro prediletta: il fedele Trottle e il premuroso Jarber si sfideranno a colpi di manoscritti, di senili e tenere scenate di gelosia, e di coraggiose sortite nella casa. Mettetevi comodi: un regista d’eccezione come Charles Dickens ha scritturato i migliori autori sulla piazza per svelare, attraverso un intreccio impeccabile e una scrittura potente che lasciano semplicemente senza fiato, l’arcano della perturbante casa sfitta.
Recensione:
“La Casa sfitta” è stato pubblicato la prima volta nell’uscita natalizia del periodico settimanale inglese Household Words che vantava come editore nientemeno che Charles Dickens.
Charles Dickens è stato sicuramente uno scrittore fuori dal comune, ha anticipato i tempi in molti generi narrativi ed ha aperto la strada a tantissimi stili che oggi vengono sfruttati per pubblicare i più disparati libri.
A Dickens si affiancavano nomi che sarebbero presto diventati i grandi della letteratura e che lo hanno accompagnato nella stesura di questo libro. Parliamo di Elizabeth Gaskell (che personalmente ritengo una grandissima scrittrice), Wilkie Collins, A. A. Procter.
Il libro è composto da un capitolo iniziale e uno finale dedicati alla protagonista e alle sue investigazioni mentre nel mezzo ci sono tre racconti che hanno il fine di giustificare la caduta in disgrazia della casa. La storia inizia con la vecchia Signora Sophonisba e il suo valletto tuttofare Trottle che si trovano dall’oggi al domani a doversi trasferire a Londra per curare il brutto male della Signora, un male che oggi è molto diffuso. Un mix di cuore dolorante e tristezza per i tempi andati.
Il dottore non ha alcun dubbio a riguardo, l’unica cura per questi mali è un cambio d’aria. E cosa c’è meglio di Londra per rinvigorirsi?
Ecco che Sophonisba si ritrova a occupare una vecchia casa rimessa in sesto per lei che si affaccia direttamente su un panorama a dir poco spettrale. Di fronte a lei, proprio davanti alla finestra della cucina, c’è una spettrale casa sfitta.
Da questa casa, chissà perchè mai più occupata da tanti anni, spunta un occhiolino che si insinua nella testa della signora, mandandola “ai matti”.
Sophonisba decide quindi di capire insieme a Trottole e al suo vecchio spasimante Jarber, cosa si cela dietro le mura decadenti della casa sfitta e perché mai nessuno vi è entrato da così tanto tempo.
La casa sfitta è un libro che non vi darà tregua!
Qui inizia il primo di tre racconti completamente slegati dalla storia se non per l’ambientazione.
I tre capitoli centrali, corposi e ricchi di avvenimenti ci portano in tre famiglie nettamente diverse con altrettanti protagonisti così differenti tra loro che difficilmente si possono immaginare all’interno della stessa elegante casa antica.
Ma cosa accomuna la vita di persone così diverse?
La sfortuna certamente, il mistero e le sventure tipiche delle gotiche ambientazioni londinesi.
Gaskell, Procter e Collins si alternano con tre stili diversi e ci conducono senza dubbio verso un unico grande finale.
Chi è l’occhio? Perchè la casa è caduta in disgrazia?
Chi ha paura dei fantasmi?
E’ la prima volta che leggo un libro così strutturato e non mi stupisce che sia stato proprio Dickens a introdurmici.
Ho voluto leggerlo senza sapere prima a chi appartenessero i capitoli e sono stata piacevolmente colpita dal fatto che il mio preferito fosse proprio della Gaskell. La sua eleganza e il suo stile – a mio parere – perfetto sono una garanzia.
Non posso certo dire che il libro sia scritto male, anzi, ma se proprio devo trovare una nota negativa è che mi aspettavo un po’ più di paura.
Il terrore è sempre annunciato ma non si palesa mai.
Ma in fin dei conti va bene così, quando leggi Dickens va sempre tutto bene.
Da oggi inserirò una nuova curiosità: il mio tempo di lettura.
Siccome questo particolare esperimento letterario è stato ripetuto da Dickens nel 1859 con un libro intitolato “The Haunted House” sarà mia premura recuperarlo subito e divorarlo in poco tempo.
Cosa ho ascoltato durante la lettura:
Tempo di lettura: 3 ore
Potete trovare il libro qui:
Recensione “La casa sfitta” di Charles Dickens – Gaskell – Procter – Collins edito da Jo March
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