Recensione “L’idiota” di Fedor Dostoevskij Edito Crescere Edizioni

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

L’idiota” di Fedor Dostoevskij

Trama

Il giovane principe Myskin ritorna in Russia per ottenere la sua eredità, dopo aver trascorso molto tempo in Svizzera, dove si era recato per curare una malattia nervosa. Durante il viaggio in treno incontra Parfen Rogozin, un ragazzo esuberante, follemente innamorato di Nastas’ja Filippovna. I tre sono destinati a ritrovarsi a San Pietroburgo, dove saranno trascinati in un vortice di avvenimenti e passioni, fino a un tragico epilogo.

"L'idiota" di Fedor Dostoevskij

“L’idiota” di Fedor Dostoevskij


Recensione

“Perché per punire un uomo
di avere ucciso, lo uccidono?”

Possiamo davvero recensire un libro che ha fatto scuola?
Quando mi avvicino alla letteratura russa, immancabilmente sento di non poterla recensire ma di poterne solo parlare. Posso dirvi cosa mi è rimasto, cosa ho letto e cosa ho imparato.

Il principe Myskin è un uomo buono, la sua natura gli impedisce di parlare male degli altri e di pensar male di loro. Non trama alle spalle, non ordisce inganni e mai da parte sua assisteremo a un tradimento.
Soffre di convulsioni e per questo è stato per molto tempo ricoverato, quasi isolato, in una clinica in Svizzera dove l’epilessia viene curata con mezzi tanto straordinari quanto inefficaci.
Torna in Russia dopo un lungo periodo di ricovero, senza più un soldo, sperando di racimolare un po’ di denaro dalla morte di una sua ricca zia. Nel tragitto dalla Svizzera alla Russia incontra il funzionario Lebedev e Rogòžin, il figlio povero di un ricco mercante. Anche Rogòžin, come il principe, torna nella madre patria nella speranza di arricchirsi grazie a una eredità.

L’incontro dei tre uomini porta il lettore a conoscere una figura importantissima per la trama, una donna  con un enorme potere: una disarmante bellezza. La loro conversazione lungo il viaggio in treno infatti, verte su Nastàs’ja Filìppovna, sulla sua vita e le sue tante virtù. Rogòžin ama Nastàs’ja Filìppovna, la ama di un amore così forte che pensa a lei giorno e notte. La ama come si ama qualcosa di cui non si può fare a meno per vivere. Myskin è sopraffatto e meravigliato dalla forza di un sentimento così potente  e mai provato prima e pensa che Rogòžin sia molto fortunato a vivere un’esperienza tale.

Il principe non comprende l’amore, non lo ha mai vissuto e per questo si sente sciocco.
Non per altro la sua malattia lo rende agli occhi del mondo un idiota.
Quando giungono in Russia, una serie di eventi a dir poco eccezionali porta il giovane principe ad incontrare nuovamente i suoi compagni di viaggio e a intessere un rapporto confidenziale con la stessa Nastàs’ja. Ma nemmeno un uomo buono può passare per innocente quando viene visto in atteggiamenti affettuosi con l’oggetto del desiderio di molti uomini. Inutile cercare di far capire a tutti che lui è buono, è genuino e ama tutti di un amore puro e sincero.
Non c’è modo di inserirsi in una società spietata e complottista mantenendo la purezza di un principe senza macchia. Nessuno mai crederà che sia sincero.

“Ma l’anima altrui è solo tenebra,
e l’anima russa è tenebra, è tenebra per molti”

Myskin ha il candore di un bambino nel corpo di un adulto. Un adulto con un titolo nobiliare che farebbe innamorare qualsiasi donna. Ma lui è più interessato allo studio complesso della mente umana. Ama capire le persone, ama ascoltarle ed essere loro d’aiuto senza avere nulla in cambio. Questo però, nella Russia di fine 1800, equivale ad essere uno stupido, un idiota.

Quando aiuti qualcuno senza chiedere nulla in cambio, senza dubbio chi è stato aiutato ti guarderà con sospetto. Se non chiedi nulla in cambio, cosa mai vorrai davvero? Cosa stai tramando?
Ed è proprio il sospetto, la sete di denaro e gli amori impossibili a spingere il principe a comprendere quello che si cela nella vera natura dell’uomo.
Gli uomini sono avidi, manipolatori e sospettosi. E più ti dimostri buono, di una bontà unica, più loro ti odieranno perché sei ciò che loro non sanno essere.

Con una serie di situazioni fuori controllo, scene degne di una tragedia greca e minacce di morte, Dostoevskij ci porta nel mondo di un idiota che pensava di salvare il mondo e si trova invece ad aver bisogno di salvare sé stesso da una società ormai crudele.

E nessuno ha mai detto che Dostoevskij era un modello di virtù; ma penso che si sia ampiamente guadagnato il paradiso scrivendo L’idiota.
Harlan Ellison

Scritto nel periodo in cui l’autore fu in esilio prima a Ginevra, poi a Milano e infine a Firenze, Dostoevskij si ispirò per la figura del principe al quadro “Il corpo di Cristo nella tomba” esposto a Basilea nel 1867.
Dostoevskij è famoso per la sua capacità di esprimere attraverso i suoi protagonisti i più grandi dilemmi del suo periodo: la malattia contrapposta alla salute mentale, religione e ateismo, lo zarismo contro il socialismo. Insieme a Tolstoj, Dostoevskij è considerato uno dei massimi scrittori russi.

La narrativa russa in generale offre un vasto catalogo nel quale possiamo scegliere tra i più grandi capolavori letterari, oltre a L’idiota infatti possiamo trovare Anna Karenina, Un eroe del nostro tempo, Delitto e Castigo, La felicità domestica e molto altro ancora.
Sebbene i russi siano famosi per il loro stile di scrittura duro e spesso complesso, consiglio a tutti di dedicarsi ai classici (almeno i più famosi) perché quello che hanno da dare, quello che lasciano al lettore a fine libro, non può essere trovato altrove.

Consiglio il libro a tutti, perchè non c’è niente come una lettura di qualità per imparare tanto su se stessi.

Tempo di lettura del libro: 10 giorni intensi

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Recensione di: Laura Cammareri
Scheda libro

Titolo: L'idiota
Autore: Fedor Dostoevskij
Data pubblicazione*: 01/01/1869
Editore: Crescere Editore
Lingua: Italiano
Genere: Romanzo
ISBN: 888337231X
Autore recensione: Laura Cammareri
Valutazione recensione: 5
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