Recensione “Ballo di famiglia” di D. Leavitt edito SEM
Trama:
Ballo di famiglia: Con questo esordio, nel 1984, David Leavitt si afferma poco più che ventenne come scrittore centrale della nuova narrativa americana, testimone di una generazione “scettica e in lutto”, devastata dai divorzi e dalle separazioni, alla disperata di ricerca di stabilità e sicurezza. I nove racconti, arricchiti da un testo inedito, da un’introduzione d’autore e dalla nuova traduzione, esplorano emozioni e inquietudini con gli occhi di un giovane saggio e divertente, malinconico ma non sentimentale, con protagonisti in cerca di una felicità perduta che non possono più avere. Una donna sfrutta la malattia per tenersi legato il marito, una ragazza sceglie una nuova forma di solitudine facendo da compagna a una coppia di amici gay, Mrs Campbell, madre dalla mente illuminata e aperta, scopre quanto sia difficile accettare davvero l’omosessualità di un figlio quando le porta a casa il suo compagno.
Recensione Ballo di famiglia di D. Leavitt edito SEM
David Leavitt, scrittore americano figlio di un insegnante dell’università di Stanford, ha raggiunto il successo nel 1984 con Ballo di famiglia. Attualmente professore di scrittura creativa presso la University of Florida, ha vissuto in Italia per molti anni e proprio a questa nazione ha dedicato alcune delle sue opere.
Ballo di famiglia è una raccolta di racconti scritta a metà degli anni ’80 con tema principale le famiglie della media borghesia americana e il loro declino.
Sebbene il libro sia ambientato nello stesso periodo storico in cui è stato scritto, quindi tra la fine della guerra del Vietnam e la nascita del movimento giovanile Yuppies, potremmo ricollocare le storie di questi racconti anche negli anni 2000 proprio per la persistenza nel tempo delle problematiche che tratta. Omofobia, tradimenti e famiglie allo sbando sono purtroppo problemi tanto attuali quanto storici.
Racconti più o meno brevi che hanno in comune donne in situazioni di disagio emotivo o fisico.
La famiglia medio borghese americana viene dissacrata, resa al lettore nella sua totale mancanza di coerenza, unione e stabilità.
Ho apprezzato ogni singolo racconto, le storie sono così reali e verosimili che non puoi fare a meno di sentirti coinvolto e al centro della storia. Viene da chiedersi, e se fossi io nella loro condizione?
Prendiamo la madre che accetta l’omosessualità del figlio solo fino a quando quest’ultimo non le presenta il fidanzato, o la moglie tradita, disprezzata dai figli, che tenta disperatamente di rimettere insieme una famiglia ormai finita;
sono storie vere, storie che a distanza di decenni da quando sono state scritte sono ancora attuali e tragicamente reali.
Ci sono adolescenti che si distaccano dalla realtà come la giovane Nina che disprezza la vita nella sua famiglia al punto da convincersi di essere nata altrove, su un altro pianeta, e aspetta ogni giorno che tornino a prenderla per riportarla alla sua vera casa.
“Forse dovrebbe portarla da uno psichiatra” mi ha suggerito la signora Tompkins. E’ una brava insegnante, meglio della maggioranza dei suoi colleghi. “Potrebbe diventare un problema serio.” ha aggiunto.
“Ci penserò” le ho risposto, ma è una bugia. Non ho i soldi. E poi la conosco la psichiatria: porta via le cose. Non penso che riuscirei a sopportare di vedere cosa resterebbe di Nina una volta che le fosse stata tolta questa fantasia.
Dolore e tormento da una parte, riscoperta e rinascita dall’altra.
Perché ad affiancare le famiglie distrutte c’è sempre qualcuno che rinasce. Il marito incastrato in un matrimonio finito, la moglie che si libera di un grande peso o il figlio che dichiara la propria omosessualità mettendo sé stesso al primo posto.
Storie di una vita normale, difficile e insidiosa che difficilmente accosteremmo alla classica immagine da film di Hollywood. Abbiniamo la media borghesia alla vita felice sulle colline, tra bagni in piscina e balli di famiglia appunto. Ma qui il ballo di famiglia è diverso, è un ballo tra felicità e depressione, tra vitalità e tedio, tra accettazione e rifiuto.
Un libro complesso tanto quanto semplice. Complesso perché ti costringe ad aprire gli occhi su una verità che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi, le famiglie non sono perfette. Semplice perché, una volta accettata la mancanza di perfezione, viene più facile a tutti accettare anche i difetti della nostra realtà.
Ho molto apprezzato la traduzione di Fabio Cremonesi che, in questa edizione SEM, rende scorrevole la lettura di temi molto complessi.
Libro estremamente consigliato a chi pensa che solo la sua famiglia, solo la sua vita, solo la sua realtà sia così difettosa.
Tempo di lettura del libro: un fine settimana piovoso
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Potete trovare il libro qui:
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