Nell’infinito mondo della produzione letteraria, il genere fantascientifico è uno dei più vari e proliferi.
Nato all’inizio del 1800, ha raggiunto il suo massimo splendore nel 1900 e da quel momento non si è mai fermato. Attualmente ci sono tantissime uscite di questo genere e un sacco di nuovi autori pronti a farsi valere a suon di robot, viaggi spaziali e tanto altro.
Da sempre la fantascienza colora e diverte, ma dà anche ispirazione e una nuova prospettiva per il futuro.
Al centro delle sue storie generalmente c’è la tecnologia e l’uomo, non sempre però le due cose sono in sintonia. Spesso l’uomo è diventato vittima della stessa tecnologia da lui sviluppata mentre altre volte la domina e la usa per scopi non sempre nobili. Con una base scientifica e una buona dose di fantasia, i libri di fantascienza hanno il potere di darci uno scorcio su infiniti futuri possibili mettendoci in guardia da ciò che vogliamo e da ciò che possiamo diventare.
Io oggi vorrei portare alla vostra conoscenza quelli che – secondo me – sono i 5 libri di fantascienza che tutti dovrebbero leggere.
Partiamo col sottolineare che questo è un elenco ristretto e che sicuramente altre produzioni che io non sto citando meritano di salire sul podio. Questo è un mio personale elenco in base alla lunga lista di libri di fantascienza che ho letto negli anni ma che sicuramente pecca di alcune letture mancanti.
Allora partiamo! Allacciate le cinture e preparatevi al decollo, la nostra destinazione è….. spazio, ultima frontiera!
I 5 libri di fantascienza che tutti dovrebbero leggere
La macchina del tempo, di H. G. Wells
Inghilterra, fine Ottocento. Quando ha raccontato agli amici di aver escogitato un marchingegno per viaggiare attraverso i secoli, nessuno l’ha preso sul serio. Il Viaggiatore del Tempo è un uomo eccentrico, un inventore: difficile prendere per buono tutto quello che la sua mente partorisce. Eppure, le cicatrici sul suo corpo sembrano supportare la veridicità di ciò che racconta: un viaggio in un futuro lontanissimo, in cui si è perso il ricordo del mondo conosciuto, popolato da creature fragili e pacifiche sottomesse a esseri crudeli e ripugnanti che si nutrono della loro carne. Morlock – così sono chiamate le creature malvagie che abitano gli anfratti oscuri della Terra – hanno tenuto imprigionato il Viaggiatore nella loro dimensione temporale, un universo che nessuna intelligenza avrebbe mai concepito così desolante e inumano. È questa la meta cui conduce il genio più luminoso? È forse questo il destino riservato a coloro che osano superare i limiti di ciò di cui l’uomo è misura?
Potete trovarlo qui. Mentre la mia recensione del libro potete leggerla qui.
Cronache marziane, di Ray Bradbury
Dalle prime fallimentari esplorazioni umane all’invasione e infine al declino: “Cronache marziane” (1950) è il resoconto della conquista e della colonizzazione di Marte da parte dei terrestri. Tutto avviene in meno di trent’anni, tra il 2030 e il 2057, quando lo scoppio di una guerra atomica costringe i terrestri a rientrare e Marte, pianeta antichissimo, resta nuovamente abbandonato. Sui suoi immensi mari di sabbia privi di vita passano i grandi velieri degli ultimi marziani, creature simili a fantasmi, ombre e larve di una civiltà che gli ingombranti terrestri venuti da un mondo sordo e materialista non hanno saputo vedere né comprendere.
Capolavoro della fantascienza, “Cronache marziane” è in realtà molto di più: in queste pagine ricche di inventiva e di poeticissime immagini, Bradbury travolge i limiti della letteratura di genere, ritrovando l’universalità simbolica della fiaba e dell’epos: «Cronache marziane» scrive infatti nell’Introduzione «sono Tutankhamon che esce dalla tomba quando avevo tre anni, le saghe norrene quando avevo sei anni, e gli dèi greco-romani che mi affascinavano tantissimo quando avevo dieci anni: insomma mito puro». Ma non solo: Bradbury sente l’urgente bisogno di parlare del mondo che lo circonda: il “suo” Marte è il ricettacolo dei fantasmi dell’epoca, un pianeta dell’immaginario americano degli anni Quaranta che racchiude sogni, desideri, speranze di un Paese partito alla conquista dello spazio che assiste allo sgretolarsi delle proprie ambizioni e illusioni. Postfazione di Tristan Garcia.
Potete trovarlo qui. La mia recensione potete leggerla qui.
Ciclo della fondazione, di Isaac Asimov
La vicenda, ambientata in un lontano futuro, ha inizio quando l’Impero Galattico, che da secoli esercita il suo potere su tutti i pianeti conosciuti, scompare, e si annunciano trentamila anni di ignoranza e violenza. Hari Seldon, creatore della rivoluzionaria scienza della “psicostoria”, sa quale triste futuro aspetta l’umanità. Per preservare la civiltà, decide di riunire i migliori scienziati e studiosi su Terminus, un piccolo pianeta ai margini della Galassia. È la Fondazione, rimasta l’unico faro del sapere, ma sotto la perenne minaccia dei mutanti che intendono distruggerla.
Potete trovare il libro qui. A breve la mia recensione dei primi due libri!
Guida galattica per gli autostoppisti, di D. Adams
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitargli intorno, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, si trova un minuscolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive da credere ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione.
Quel pianeta sta per essere distrutto, per lasciare il posto a una gigantesca circonvallazione iperspaziale… Nata da una fortunata serie radiofonica trasmessa dalla BBC, la pentalogia di Adams con le irriverenti e surreali avventure di Arthur Dent e Ford Prefect, viaggiatori delle galassie, è un fenomeno di culto per molti lettori che qui possono trovare riuniti in un unico volume tutti i cinque romanzi.
Potete trovare il libro qui.
1984, di G. Orwell
È il 1984 e a Londra, “vasta e rovinosa, una città di un milione di pattumiere”, l’ordine è mantenuto da una psicopolizia che interviene alla minima situazione di dissenso e le case sono provviste per legge di televisori-telecamere. Sono strumenti per controllare le vite dei cittadini, e di essi si serve il Partito, sistema di governo al cui vertice si trova Big Brother, misteriosa figura che nessuno ha mai visto di persona, sebbene le sue immagini campeggino su ogni muro per ricordare agli abitanti che sono osservati. In questo scenario si muove Winston Smith, oscuro funzionario di basso livello del Partito, impiegato al Ministero della Verità con il compito di riscrivere la storia per allinearla all’attuale pensiero politico.
Ma la sua propensione per una condotta morale e un certo interesse per la verità lo porteranno su una strada che, se scoperta, verrebbe considerata “ribelle”. Sono questi gli ingredienti di un capolavoro in cui Orwell mette in guardia il lettore dalle derive e dalle assurdità dei totalitarismi – con il loro disprezzo per la vita umana, l’uso della violenza fine a se stessa, il culto del leader elevato a divinità. Soprattutto, nello stigmatizzare l’ansia collettiva di cancellare i legami con il passato e il processo di impoverimento che svuota il linguaggio di ogni significato, affonda il dito nelle piaghe che affliggono la nostra contemporaneità.
Potete trovare il libro qui.
Cinque libri sono davvero pochi da suggerire ma il mio intento è quello di avvicinarvi a grandi capolavori abbordabili e comprensibili anche a chi non ha mai approcciato il genere.
Se avete voglia di suggerire altri titoli degni di una top 5 scrivetemi nei commenti! O se volete proporvi per il prossimo grande elenco top 5 mandatemi una mail!
Visita la mia pagina Amazon per scoprire quali libri ti suggerisco!
2 risposte
Tutti letti eccetto Guida galattica…
Ottime scelte
Io aggiungerei come 🔝 Ma gli androidi sognano pecore elettriche di Dick
Ciao Giulia.
In effetti, hai ragione, manca Dick! Ma gli androidi sognano pecore elettriche è, tra l’altro, un gran libro, grazie per averlo segnalato.
Se ti capita, leggi Guida Galattica, non te ne pentirai!