Iain Banks, quando la fantascienza diventa terrificante

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Che amiate o no alcuni generi letterari, c’è un elenco di autori che tutti dovrebbero conoscere. E’ così un po’ per tutti gli ambiti e la letteratura non è da meno, nell’olimpo dei grandi scrittori da leggere almeno una volta nella vita entra di diritto Iain Banks.

Nato nel 1954 da una pattinatrice e un soldato, Banks inizia a scrivere molto presto e completa il suo primo romanzo a sedici anni. Si laurea nel 1975 in letteratura inglese e, negli anni di studio e in quelli successivi, si mantiene con lavoretti saltuari. Nei primi anni ottanta parte per un lungo viaggio in autostop che lo porta in Marocco e in Europa, torna poi in patria pochi anni dopo dove trova impiego in una fabbrica di acciaio.

Sebbene si possa pensare che i suoi viaggi lo abbiano ispirato, la grande musa per il suo romanzo cult è la fabbrica nella quale lavorava. Questa infatti sarà il fattore scatenante per la stesura del libro La fabbrica degli orrori che viene subito incluso nell’elenco dei cento grandi libri del secolo.

Banks inizia quindi a scrivere a tempo pieno, da vita ad una prolifica serie di libri di grande successo e spazia dalla fantascienza, al fantasy e al grottesco. Per differenziare le sue collane Banks decide di firmarsi in due modi diversi: Iain M. Banks (dove M. stava per Menzies, il suo secondo nome) per la fantascienza e Iain Banks per tutte le sue altre opere.

Dopo il clamore de La fabbrica degli orrori, produce una serie di libri fantascientifica che si rivela di grande valore. Stiamo parlando del Ciclo della cultura, una serie di romanzi che ritraggono una ipotetica società anarchica e utopica in cui sono presenti viaggi nello spazio, società aliene, le ormai famose IA e lo scontro tra diverse religioni. Non mancano guerre, spie, mercenari e diplomatici.

In questa serie scifi di enorme successo, Banks punta a criticare la società attuale ma anche quella utopica che tanti auspicano, la Cultura impone che tutto sia potenzialmente disponibile a tutti, ovunque, e che il lavoro non sia più un dovere ma un piacere nonché un’attività facoltativa. In questa società tutti sono uguali, non esistono bisogni poiché ogni necessità viene immediatamente soddisfatta e anche le malattie e la morte sono un lontano ricordo. E’ interessante capire come tutto ciò possa portare a guerre e scontri e Iain Banks è un maestro nel dissuadere il lettore dall’esistenza di una civiltà perfetta.

Ci sono poi altri libri di grande valore che Banks ha scritto negli anni, come Complicità e Canti di pietra, che si sono aggiunti ai capolavori precedenti consacrandolo uno dei 50 grandi scrittori britannici degli ultimi 70 anni.

Ci sono alcuni aspetti della narrazione di Banks che motivano la sua consacrazione a grande autore. Partiamo col dire che in ogni suo libro troviamo una morale, o almeno una spiegazione concreta ai “perché?” che si formano nella mente del lettore leggendo le sue opere. Prendiamo, ad esempio, Corpo a corpo dove è il finale a spiegare al lettore tutto ciò che non ha compreso nel corso del libro e a fornire le motivazioni per ciò che è successo. Nulla resta immotivato. Il secondo aspetto importante è la capacità di questo autore di tenere il lettore sospeso lungo tutta la storia, spesso trascinandolo nei deliri dei protagonisti. Ultima nota particolare è la divisione di molti suoi romanzi su più livelli. Abbiamo il livello della narrazione principale in cui si svolge la storia, quello dei sentimenti dei protagonisti che si manifestano lenti e costanti nel corso dell’opera e poi quello della paura e degli incubi. Leggendo i suoi libri si percepiscono distintamente tutti i livelli, che si rivelano utili al fine di immergersi completamente nella lettura.

Iain Banks ha vissuto una vita piena e felice. Dichiaratamente di sinistra, partecipa alla vita politica attivamente per molti anni. Amato da autori e colleghi, viene compianto da tutti alla sua scomparsa. Un tumore spegne precocemente la sua vita a 59 anni lasciando un grande vuoto nella letteratura.

Vi lasco con il link alla mia recensione de La fabbrica degli orrori, ringraziando Fanucci Editore per la copia cartacea da recensire.

Trovate qui tutti i suoi libri.

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