Trama
Bambini nel bosco: C’è un campo, la Base, dove crescono i bambini senza ricordi o memoria. Tra loro c’è un gruppo più vivace, composto da Hana, capo del Guscio, dura e metodica, Dudu, sempre attento e guardingo, Glor, grande e goffo, Cranach, il più lento di tutti, Orla, la più piccola, e infine ZeroSette, l’ultimo arrivato. C’è anche Tom, ma lui appare diverso: si perde in mille pensieri e a volte sente riaffiorare un Coccio, un frammento di vita passata. Un giorno convince i ragazzi a spingersi nel bosco per esplorare il mondo di fuori. Porta con sé un libro di fiabe appena ritrovato, che comincia a leggere ad alta voce suscitando emozioni e curiosità. Ma ben presto nel gruppo si alterneranno rivalità e gelosie, scoperte e amori: tutto seguito da lontano da Jonas, addetto al sistema di controllo del campo, che in realtà ha programmato una fuga. Così, quasi per incanto, quel libro e quella lettura doneranno a ognuno di loro un filo di speranza e gioia. Una storia sospesa in un limbo spaziale e temporale, poetica, dolente, che scava negli animi dei ragazzi, esplorandone i sentimenti
Recensione
Beatrice Masini, scrittrice giornalista e traduttrice, ha all’attivo numerose pubblicazioni.
Conoscerete sicuramente il suo libro Tentativi di botanica degli affetti – con il quale è stata finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio letterario internazionale Alessandro Manzoni – e riconoscerete la sua impronta nella traduzione di alcuni libri della saga di Harry Potter edita da Salani.
Celebre è anche Bambini nel bosco, di cui oggi vi parlo.
Amo le distopie. Mi piacciono le storie claustrofobiche in cui i protagonisti sono rinchiusi in ambienti ostili e continuamente messi alla prova e questo libro può senza dubbio essere considerato una distopia.
In questa storia non ci è dato sapere quando e dove ci troviamo, l’autrice però ci da alcuni indizi molto importanti: c’è stata una catastrofe e la società è stata radicalmente sconvolta. Ci sono molti dispersi e molti morti, soprattutto bambini. Le famiglie, non riuscendo o non potendo avere altri figli (così si intuisce dalla storia), si recano in una “coltivazione” dove possono scegliere ciò che per loro è più vicino a quello che era il loro figlio perduto o semplicemente ciò che più si avvicina a quello di cui hanno bisogno.
I bambini vengono coltivati da una organizzazione che gestisce un laboratorio un po’ approssimativo e con pochi fondi.
Una volta nati i piccoli vengono chiusi in un microcosmo controllato da telecamere h24 e abbandonati a loro stessi. Sviluppano istinti primari come la sopravvivenza e la ricerca del cibo ma hanno informazioni basilari su chi sono, sulle regole della civile convivenza e su come si parla. Conoscono poche parole e quelle poche vengono presto dimenticate. Man mano che il tempo passa è sempre più probabile che nessuno li adotti perché grandi e inutili, così invece di evolversi subiscono una regressione tale da renderli simili ad animali. Ad aiutare questo processo di regressione c’è anche la medicina che ogni sera i bambini prendono per dormire bene, una medicina che in realtà ha lo scopo di renderli docili e privi di memoria.
I protagonisti sono Hana e Tom e il loro piccolo gruppo di bambini senza futuro. Hana è prepotente, ha capito che l’unico modo per sopravvivere nell’allevamento intensivo di bambini è comandare e sopraffare gli altri senza pietà per nessuno. Tom invece è sensibile, schivo e furbo. Lui finge di prendere la medicina e questo lo aiuta ad avere una mente lucida. Ogni sera quando tutti dormono esce dal guscio in cui riposano e passeggia per il bosco. Proprio passeggiando trova un libro di fiabe che sarà la svolta decisiva per lui e per i suoi compagni.
Grazie alle storie che Tom sceglie di leggere ai ragazzi, quando nel buio della notte si riuniscono nel bosco, i cocci – così vengono chiamati i frammenti di memoria – iniziano a tornare a galla formando nella mente dei piccoli immagini e ricordi che li spingono a cercare qualcosa di più.
Hana e Tom ora hanno una grande responsabilità, come capi devono guidare i ragazzi attraverso il bosco alla ricerca della libertà.
Bambini nel bosco è una storia delicata e al contempo forte. Ci ricorda quanto la memoria sia importante, così come gli affetti e l’affermazione di sé. I bambini nel bosco di Beatrice Masini sono forti ma anche molto fragili, così come tutti noi quando non abbiamo certezze e appigli.
La caratterizzazione dei personaggi principali è ottima e si entra facilmente in sintonia con Hana e Tom. La scrittura lineare e scorrevole aiuta il lettore a farsi trascinare dalla storia finendo presto per restarne completamente coinvolto.
Consiglio la lettura del libro a tutti, grandi e piccoli. Sono sicura troverete una chiave di lettura personale che vi permetterà di apprezzare il libro tanto quanto ho fatto io.
Credo inoltre che la scrittura semplice e scorrevole assicuri una perfetta riuscita anche come lettura per le scuole.
Grazie infinite a Fanucci Editore per la copia cartacea da recensire.
Tempo di lettura del libro: 3 giorni
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Cosa ho ascoltato durante la lettura:
Potete trovare il libro qui:
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