Tempo stimato di lettura: 3 minutiRecensione Einaudi “Il mestiere dello scrittore” di Haruki Murakami
Trama:
Come si impara a scrivere? Esistono dei veri e propri esercizi per l’aspirante romanziere? Cosa determina l’originalità di un libro? È giusto assegnare ai premi letterari tanta importanza? Uno scrittore dove «trova» i personaggi da mettere in scena? La scuola prepara davvero alla vita o serve solo a rendere i ragazzi conformisti? Qual è l’importanza della forma fisica per un romanziere? E soprattutto: per chi si scrive? Con “Il mestiere dello scrittore “Murakami Haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell’intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono «chiacchiere di bottega», confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di piú: una riflessione sull’immaginazione, sul tempo e l’identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà.
In questo senso “Il mestiere dello scrittore” è anche un’autentica autobiografia letteraria di uno degli autori più schivi del pianeta. È un libro pieno di curiosità e rivelazioni sul mondo di Murakami: dal fatto che la sua prima e più importante editor è la moglie, che legge tutto quello che scrive e di cui lui ascolta tutti i consigli; a quando riscrisse “Dance Dance Dance” due volte: la prima a Roma, in una stanza d’albergo confinante con una coppia un po’ troppo focosa, la seconda a Londra quando si accorse che il dischetto su cui aveva salvato il file del romanzo si era cancellato – mesi dopo però, per le bizze a cui i computer ci hanno abituato, la prima versione rispunta fuori e Murakami deve ammettere che la seconda, che senza l’inghippo informatico non avrebbe mai scritto, è molto migliore della prima. Murakami regala ai suoi lettori un libro pieno di confidenze, dettagli biografici, ammissioni di passi falsi, insomma: di umanità
Recensione Il mestiere dello scrittore
Recensione:
Con questo libro Murakami decide di aprirsi raccontando piccoli aneddoti della sua vita e lo fa con una scrittura di impatto. Leggendo questo libro ho avuto l’impressione che lo stesso scrittore fosse davanti a me e raccontasse tutti i segreti che l’hanno portato a diventare uno dei maggiori esponenti della letteratura del nostro tempo.
Lui stesso afferma di scrivere ormai da trentacinque anni e di aver iniziato il suo percorso scrivendo opere con uno stile semplice, inconsistente ed arioso. Nello stesso tempo però ci tiene ad informare i suoi lettori che è sempre stato libero di seguire le proprie ispirazioni non avendo mai scritto per imposizione. Nella sua visione ognuno di noi ha delle potenzialità e potrebbe scrivere qualunque cosa.
Il vero scrittore è però colui che ha un talento particolare, che segue la propria immaginazione (un cumulo di frammenti di ricordo messi insieme senza alcun nesso logico) e creatività per mantenere sempre vivo l’interesse del pubblico. Murakami dà dei consigli a chi si appresta a diventare scrittore e dalle pagine del libro traspare una fiducia profonda per quelle che sono le sue convinzioni: lui stesso si è sentito sempre libero di fare ciò che voleva seguendo il flusso delle sensazioni e restando sempre fedele ai propri pensieri anche quando è stato contestato e le sue opere sono state definite scialbe. Murakami è secondo me un esempio di come il talento, la perseveranza, la costanza e una piccole dose di fortuna possano portare verso percorsi inaspettati.
Nella sua visione lo scrittore esordiente deve superare molti ostacoli per affermarsi: dubbi assillanti, critiche feroci, fiaschi e tradimenti di amici. Inoltre colui che vuole diventare romanziere deve leggere libri, ascoltare musica, divertirsi e prendersi cura del proprio corpo in quanto custode dello spirito. Chi vuole scrivere romanzi non ha bisogno di uno studio per creare la sua opera, lui stesso scrisse “Norwegian Wood” spostandosi da un posto all’altro: in una camera d’albergo, seduto al tavolino di un bar con il quaderno macchiato di caffè che ci confida di tenere ancora.
Ogni scrittore ha dei cassetti mentali che all’occorrenza vengono aperti per produrre opere originali.
Una persona tra le più schive del pianeta che nonostante le critiche non si è mai arreso ma che ha continuato a scrivere per i suoi lettori regalando loro emozioni sempre più forti.
Potete trovare il libro qui:
Le fiamme di Pompei
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