Recensione Fanucci “La casa dello scorpione” di Nancy Farmer
Trama:
Campi di papaveri a perdita d’occhio sui crinali delle colline, e schiere di uomini in uniforme a raccoglierne il prezioso nettare. È questo l’impero di El Patrón, potente signore della droga a capo di Opium, una striscia di terra che si estende tra gli Stati Uniti e le regioni che un tempo venivano chiamate Messico. Sono gli eejit a lavorare nei campi, uomini nel cui cervello sono stati installati dei chip che li costringono a una passiva docilità.
Ma esistono anche schiavi ben più sottomessi, esseri umani clonati al solo scopo di fungere da serbatoi di organi. Grazie a questa pratica, El Patrón è riuscito ad allungare la sua vita fino ai centoquarant’anni. Matt è l’ultimo dei suoi cloni, cresciuto alla corte del signore di Opium, e ora che è un ragazzo tutti lo vedono come un mostro.
Tutti tranne El Patrón, che in lui non scorge altro che sé stesso. Attorniato da una schiera di guardie del corpo e personaggi sinistri, a poco a poco Matt comincia a comprendere quale sia il destino che lo attende. L’unica possibilità di sopravvivenza è la fuga, una fuga che però può rivelarsi alquanto rischiosa. Uno come lui ha un marchio che lo differenzia, e non sospetta quanto questo la renda pericolosa e mortale…
Recensione:
Ci troviamo in un mondo ipotetico in cui i confini vengono stabiliti dai cartelli della droga. Lo Stato è sottomesso al regno dello spaccio e i proprietari dei terreni di oppio hanno carta bianca sul futuro dei popoli.
Matteo Alacrán è il più grande signore del droga, ma è anche un uomo terribilmente cinico e attaccato al potere. Per ottimizzare la produzione delle droghe ha fatto sviluppare un chip che immesso nel cervello dei suoi braccianti inibisce qualsiasi forma di ribellione, riducendoli a schiavi e sottoponendoli a lunghissime sessioni di lavoro nei campi.
Anche gli animali vengon asserviti, i cavalli così come le persone bevono solo se viene detto loro di farlo, dormono solo se viene loro ordinato. Lavorano finché non viene detto loro di riposare. E se mancano l’ordine, muoiono di stenti.
Questo è il mondo dove Matteo Alacrán vive. La sua casa, nel mezzo della tenuta, rispecchia lo stile del secolo scorso e la tecnologia è vietata. Vive in un mondo perfetto dove tutti lo temono e lo rispettano, ha passato i 140 anni di vita grazie a continui trapianti di organi e conta di proseguire così ancora per molto tempo. Ad assicurargli almeno altri 20 anni di vita c’è Matt. Matteo Alacrán, il clone.
“El Patròn ha il suo lato buono e il suo lato cattivo.
Sua maestà è davvero malvagio quando vuole. Quando era giovane ha fatto una scelta, come fa un albero quando decide di crescere in un modo piuttosto che in un altro. E’ cresciuto grande e rigoglioso fino ad adombrare tuta la foresta, ma molti dei suoi rami sono contorti.”
Matt non ha una grande famiglia ma l’amore per la sua amica Maria, la “madre” Celia e l’affetto per la sua guardia del corpo e migliore amico Tam Lin gli bastano per vivere una vita più che dignitosa e serena. Nessuno di loro però ha il coraggio di rivelare la verità sulla sua nascita.
Vissuto per quasi tutta la sua vita senza capire perché tutto lo temessero e riverissero, Matt scopre all’inizio della sua adolescenza di essere il ricambio d’organi del suo creatore.
L’uomo che ha ammirato, emulato e amato per 14 anni è in realtà il suo aguzzino e proprio quando si rende necessario il sacrificio estremo per dimostrare fedeltà al suo creatore, Matt decide che tipo di uomo vuole essere.
La fuga è l’unica possibilità di salvezza, ma il marchio che porta con sé può metterlo in serio pericolo…
Considerazioni:
La casa dello Scorpione di Nancy Farmer è il nuovo distopico di successo edito da Fanucci Editore.
Nancy Farmer fa il suo esordio in Italia con un libro che riporta alla mente la cruda ambientazione di Hunger Games, la folle ricerca della verità e della libertà che ci hanno affascinati in Divergent e Maze Runner, mettendo però quel pizzico in più che rende la storia nuova e originale.
Prima de La casa dello scorpione abbiamo avuto poche occasioni di leggere un distopico che parla di clonazione umana. E’ un filone nuovo che apre la strada a un genere che può dare una svolta nel mondo della distopia.
Come ogni genere narrativo, anche quello distopico è stato negli ultimi anni molto sfruttato e ampiamente trattato rischiando di cadere a volte nel “rivisto” e nel banale. Con questo nuovo libro invece iniziamo una lettura, fresca e interessante, brillante e cruda.
Lo stile di scrittura della Farmer è duro, ma riesce comunque a far percepire al lettore i sentimenti e gli stati d’animo dei personaggi.
Matt (il clone) è un protagonista maschile ben studiato e ben strutturato.
Impariamo a conoscerlo dall’infanzia – quando pensava di non poter vedere il mondo perchè popolato da mostri – fino alla sua fase più matura, quando è lui stesso il nemico da temere per tutti coloro che si mettono contro di lui.
E’ particolarmente abile la mano della scrittrice nel delineare una vita così inquieta e sofferente, così lontana dalla nostra realtà eppure facilmente comprensibile.
Matt inizia la sua vita in isolamento, scopre poi il lusso e il conforto delle persone a lui vicine e poi si ritrova a perdere di nuovo tutto finendo in un isolamento nuovo ma comunque familiare.
Ascesa e declino di una figura a noi completamente estranea, quella del clone umano.
Una figura progettata per avere una vita breve e una funzionalità limitata come riserva di organi.
Un solo nome per due vite agli opposti.
Il clone destinato a vivere per poco tempo opposto all’uomo che vuole sconfiggere la morte.
Un bambino senza futuro opposto al più grande signore della droga.
Altruismo opposto a egocentrismo.
Due mondi così diversi legati dallo stesso nome e da un identico aspetto fisico.
Anche il più grande signore della droga può diventare la preda perfetta per chi non ha più nulla da perdere.
Lupo e Agnello…e la sottile linea tra preda e cacciatore.
A colui s’indrizza il mio racconto, che con falsi pretesti i buoni opprime.
– Fedro –
Finalmente un distopico che rompe le regole, ho davvero amato questo libro.
Grazie a Fanucci Editore per avermi dato la possibilità di leggere questo bellissimo libro.
Le fiamme di Pompei
Potete trovare il libro qui:
Nessuna risposta.