Recensione “Il mastino dei Baskerville” di A. C.Doyle edito RBA
Trama
Nebbia, brughiera, un cane maledetto con le fiamme dell’inferno negli occhi, una morte incomprensibile: il palcoscenico perfetto per Sherlock Holmes e per l’immancabile Watson. Un romanzo che tiene imprigionato il lettore in uno spazio narrativo che sta fra il giallo e il terrore. La morte in questione è quella di Sir Charles Baskerville, l’ultimo occupante di Baskerville Hall: che sia vera la leggenda che parla di un cane degli inferi, un mastino demoniaco che perseguita la famiglia Baskerville? Un perfetto meccanismo a orologeria, un vero e proprio manuale di investigazione. E, non ultimo, il manifesto della logica d’acciaio del più celebre investigatore della letteratura mondiale.
Recensione
Il signor Sherlock Holmes, che solitamente dormiva fino a tardi al mattino, escluso le non rare volte in cui stava alzato tutta la notte, era seduto a fere colazione. Io ero in piedi davanti al caminetto e presi in mano il bastone che il nostro visitatore aveva dimenticato la sera prima. Era di un bel legno robusto, con la testa rotonda, del genere che chiamano “Penang lawyer”. Appena sotto il pomo c’era un largo cerchio d’argento, di due centimetri buoni, e recava incisa la frase: “A James Mortimer, M. R. C. S., dai suoi amici del C. C. H. 1884.” Era proprio uno di quei bastoni che usavano i tradizionali medici di famiglia: dignitoso, solido e rassicurante.
— Ebbene, Watson, cosa ne deducete?
Holmes mi voltava le spalle e io non gli avevo dato alcun elemento sulla mia occupazione.
— Come sapevate quel che facevo? Dovete avere gli occhi dietro la testa.
— Mi basta una caffettiera argentata, ben lucida, che ho davanti a me — rispose lui. — Ma ditemi, Watson, cosa ne pensate del bastone del nostro visitatore? Siccome siamo stati così sfortunati da non incontrarlo, né sappiamo il motivo della sua visita, questo oggetto, rimasto qui per caso, acquista importanza. Datemi la vostra ricostruzione dell’uomo in base all’esame del bastone.
— Penso — dissi seguendo per quanto possibile i metodi del mio amico — che il dottor Mortimer sia un vecchio medico famoso e stimato, dal momento che alcune persone che lo conoscono gli hanno dato questo segno di apprezzamento.
— Bene! — fece Holmes. — Eccellente!
Sherlock Holmes è un personaggio immaginario dell’universo letterario di A. C. Doyle.
Nato nel 1887 con il libro Uno studio in rosso, è diventato l’investigatore più famoso in tutta la letteratura grazie ad alcune sue caratteristiche peculiari che lo hanno reso inconfondibile nella mischia di personaggi dei libri gialli.
Sherlock è geniale, indisponente, asociale e intollerante alla lentezza mentale degli altri. E’ sempre un passo avanti e non sbaglia mai un colpo. Se può sembrarvi che stia sbagliando, è perché vuole che voi crediate così.
Ad accompagnarlo nelle sue indagini c’è Watson, dottore ed ex militare con una conoscenza molto vasta del mondo e della medicina. Affabile e sicuramente più tollerante di Holmes, Watson è il contrappeso necessario alle storie per far si che il lettore ami Sherlock.
Le avventure di Sherlock Holmes vengono narrate attraverso gli occhi di Watson che, in prima persona, narra le indagini dell’investigatore più famoso di Londra cercando di creare quel legame e quella sintonia con il lettore come mai Sherlock riuscirebbe a fare. E poi, in fondo, Sherlock non ha nessun interesse a piacere al lettore….è pratica assai banale per lui cercare l’approvazione degli altri.
In questo volume, Il mastino dei Baskerville, Sherlock e Watson si trovano a dover investigare su una superstizione. Si narra infatti che i Baskerville, celebre dinastia di nobili inglesi, siano maledetti e che vengano assaliti da un enorme mastino con gli occhi luccicanti che strappa loro la giugulare con un solo morso.
E’ assolutamente impensabile che Sherlock creda a una superstizione, per lui la logica vince su tutto e nessun mastino diabolico può inseguire e uccidere da generazioni tutti i nobili maschi della famiglia Baskerville.
Anche Watson, uomo di scienza e di mondo, stenta a credere che questo sia possibile. Ad avvalorare questa tesi però arriva il Dottor Mortimer, medico di famiglia della casata e testimone dell’omicidio di Sir. Charles Baskerville proprio da parte del mastino.
Lui sostiene, senza alcun dubbio, che un mastino abbia rincorso e ucciso Sir Charles nella brughiera, vicino alla villa dei Baskerville. Ha visto le impronte del demoniaco animale e tutte le prove portano a pensare che sia effettivamente andata così.
Il Dott. Mortimer chiede a Holmes di aiutarlo a scongiurare altre stragi dato che è in arrivo l’ultimo erede della casata, Sir. Henry, intenzionato ad insediarsi nella villa di famiglia sfidando la sorte.
Sherlock e Watson sono sicuri che sia tutto un fraintendimento e decidono di accettare il caso per provare che non esistono cani demoniaci e per evitare la fine della dinastia dei nobili sfortunati.
Il primo a raggiungere la brughiera con Mortimer e Sir Henry è Watson. A lui è stato dato l’ingrato compito di sorvegliare il giovane nobile appena giunto dall’America e tenerlo lontano da tutto ciò che può costituire un pericolo.
Inizia così una delle indagini più difficili e impegnative che Sherlock e Watson abbiano mai affrontato. Il nemico è invisibile e spietato, due caratteristiche che infastidiscono e incuriosiscono Holmes. Sarà l’impazienza di Watson e la logica dell’investigatore a mettere in salvo l’ultimo Baskerville proprio quando tutto sembrerà ormai perduto.
Terzo romanzo di A. C. Doyle, pubblicato a puntate nel 1901 su The Strand Magazine, Il mastino dei Baskerville è una delle storie più famose di Sherlock Holmes. Negli anni è stato adattato in numerosi film per cinema e televisione.
Scrittura impeccabile, buona la tradizione che RBA propone nella nuova collana dedicata all’investigatore più famoso al mondo. Bellissime le illustrazioni che completano il libro. Fate un salto sul mio profilo Instagram per vederne alcune. Il libro viene venduto completo di una riproduzione della prima pagina di The Strand Magazine, come vedete in foto.
Libro edito RBA Italia consigliato a chi ama collezionare edizioni che ricalcano le versioni più antiche. In generale super consigliata la storia a tutti gli amanti del genere.
Tempo di lettura del libro: 5 giorni
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