Trama:
Puoi ricominciare dopo aver tanto sofferto? Dopo quello che ha passato e dopo tanto dolore, Lily è riuscita a rimettersi in piedi e a stabilire con Ryle, il suo ex marito, un rapporto equilibrato per il bene della figlia. Tuttavia, quando un giorno per caso rincontra Atlas, il suo primo amore, e lui le chiede di uscire, Lily viene travolta da un’ondata di emozioni che credeva non avrebbe più provato. Finalmente il destino sembrerebbe essere dalla parte della coppia, ma l’entusiasmo di Lily viene subito smorzato dalla consapevolezza che, pur non essendo più suo marito, Ryle è ancora una parte importante della sua vita. E non c’è uomo al mondo che lui odi più di Atlas Corrigan, al punto che mai lo vorrebbe accanto all’ex moglie e alla figlia. Lily e Atlas riusciranno ad avere un lieto fine, pur tra mille difficoltà, oppure dovranno rinunciare per sempre al loro amore?
It Ends with us è stato il mio primo libro di Coleen Hoover.
L’ho visto rimbalzare in post e reel di Instagram per mesi e me ne sono tenuta lontana il più possibile. Se c’è una cosa che non amo sono i libri super pubblicizzati.
Poi, in un pomeriggio passato in quarantena su una nave da crociera, ho deciso di provarlo. Il clamore era già passato, era il momento giusto per leggere un’autrice super famosa che io, ahimè, non sapevo proprio chi fosse.
Insomma, se è un caso editoriale ci sarà un motivo…
In effetti è così’, It Ends with us è una di quelle storie che non dimentichi facilmente.
Il lato romance si mischia a temi attuali come l’alcolismo, la violenza sulle donne, l’elaborazione del lutto e il divorzio. C’è tutto, ed è così ben bilanciato da non risultare stucchevole o pesante. L’unica nota dolente per me, ma forse è solo una mia difficoltà, è stata l’enorme raccolta di lettere che la protagonista fingeva di inviare a Ellen DeGeneres: un ottimo espediente per raccontare il passato di Lily senza infilarlo in pipponi galattici o dialoghi asciugoni.
Io però proprio non sopporto le lettere nei libri.
Una va bene, due al massimo, ma c’erano così tante pagine scritte come “confessionale” che iniziavo a spazientirmi. Forse un prologo corposo sarebbe stato più che sufficiente.
Ignorato questo neo il libro era davvero perfetto, tanto che l’ho consigliato a chiunque mi chiedesse cosa leggere.
Quando qualche mese fa ho scoperto, per puro caso come al solito, che stava per uscire il secondo libro di questa storia e mi sono chiesta: perchè?
Il finale di It Ends with us è aperto.
Essendo passati parecchi mesi non è uno spoiler: Lily si separa dal marito violento, tiene con sé la figlia e incontra il vecchio amore, Atlas. Da qui la fantasia del lettore è logicamente indirizzata verso un epilogo: lei e il suo primo amore torneranno insieme.
Ma se così non fosse? La protagonista può tranquillamente vivere una vita piena e appagante senza tornare con il catalizzatore di sfighe del liceo.
Che male ci sarebbe?
Beh, per vostra fortuna non sono la Hoover, perchè non avreste mai avuto un secondo libro se fosse stato per me.
Lei ha deciso di accontentarvi.
Potevamo evitare.
It starts with us si può riassumere così: Lily vuole stare con Atlas, ma ha paura che l’ex marito figo e violento sia contrario alla loro unione. L’ex è geloso e lavora sul suo lato oscuro, ma non diventerà mai un santo…
Lily continua a pensare che l’ex sia una specie di stallone irresistibile, ma il ricordo di quello che ha dovuto passare la allontana da lui (e vorrei ben vedere).
Atlas è uno chef che nel tempo libero si confessa con un bambino dotato della saggezza di un adulto intelligente. Lui vuole lei, ma non sa se è il caso di stare insieme. E nel mentre tornano le tanto odiate (per me) lettere a Ellen, e anche lui scrive letterine a lei!
Vi prego, no.
No perché non avete bisogno di sapere se c’è un lieto fine per essere soddisfatti. Lily si è liberata dell’ennesimo uomo violento della sua vita ed è finalmente una donna indipendente e forte. Questo è il degno finale di una storia difficile. Non è detto che lei debba stare con qualcuno, il lettore deve avere il piacere di immaginare come una donna vittima di violenze possa decidere di trascorrere il resto della sua vita. Stare con il primo amore, anche lui con un carico di disagi notevole, non è necessariamente l’happy ending che meritiamo.
Se lei decidesse di non avere più relazioni serie? Se scoprisse che stare da soli è abbastanza? Magari capisce che la felicità dipende da quello che fa della sua vita e non da quello che un uomo può darle. Insomma, Lily meritava un finale ignoto, di potersi costruire la sua vita nella testa dei lettori.
La giusta evoluzione per una donna che è sempre stata in balìa degli altri era costruire la propria indipendenza, non finire di nuovo tra le braccia di un uomo.
Se volete storie strappalacrime c’è di meglio.
La parte drammatica non si fonde più con l’ironia, gli eventi sono prevedibili e lenti.
La storia è divisa in blocchi: lei si dispera, lui si dispera, l’ex si incazza.
C’è una totale mancanza di trasporto, sentimento, phatos. Chiamatelo come volete, ma manca il tassello più importante, quello che porta il lettore a empatizzare.
Ora, io ho letto il primo in italiano e il secondo in inglese. Perché questo mischione? Che ci crediate o no, non potevo fare a meno di leggerlo subito, anche se non amo i sequel. Non so se il cambio di lingua può aver influito, ma trovo che la scrittura sia calante in It starts with us, direi quasi soporifera.
Lily è sempre stata una tosta, un personaggio femminile con le palle che ama mettersi in gioco e che sopravvive anche da sola, qui mi fa venire il latte alle ginocchia. Così come la cognata e anche Atlas.
Dopo It ends with us ho letto altri libri di Coleen Hoover: Le coincidenze dell’amore, Le confessioni del cuore, Forse un giorno. Tutti belli, nessuna eccezione.
Dunque per me It starts with us è puramente una trovata commerciale. Quello che manca è la voglia di scrivere davvero questa storia.
Pensateci la prossima volta che chiedete a gran voce un seguito assolutamente non previsto, le conseguenze potrebbero essere deludenti.
Se volete leggerlo, se volete contraddirmi (siete i benvenuti), trovate il libro qui.
Alla prossima, sperando che sia una buona lettura.
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