Recensione Kobo Editore “La danza del puparo” di Antonio Michele Paladino

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Recensione Kobo Editore “La danza del puparo” di Antonio Michele Paladino

 

Trama:

Vinni Scornavacca è uno schizofrenico di quarantaquattro anni colpito da un male sconosciuto. Nella sua singolare “follia”, Vinni combatte contro stregoni, giganti e draghi al fianco di Orlando, Rinaldo e Gano, tre paladini della famosa Opera dei Pupi.

Abbandonato dai suoi amici e rifiutato dal padre che lo vede responsabile della morte della madre, si rifugia sempre di più nella pazzia finché, per amore di Angelica, accetta le cure dell’illustre psichiatra Demetrio Malagigi e rinnega i paladini in cambio dell’illusione di un amore.

 

Segnalazione La danza del puparo


 

Recensione:

“La pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità?” Charles Bukowski.

Venanzio Magno, re di Francia, è un guerriero impavido e temerario, che conduce, sempre affiancato dai fedeli cavalieri Orlando, conte d’Anglante e Rinaldo, principe di Montalbano, una vita avventurosa fatta di combattimenti con draghi sputafuoco, infidi incantesimi e belle fanciulle da salvare.

Immobile nel suo letto, Vinni Scornavacca è circondato dai suoi familiari e sta morendo. Guarito miracolosamente dalla schizofrenia, è stato colpito da un male misterioso che, all’età di quarantaquattro anni, lo sta consumando inesorabilmente.

Venanzio e Vinni sono la stessa persona.

Dopo l’esordio con un thriller paranormale particolarmente azzeccato, Antonio Michele Paladino cambia totalmente genere e ci racconta una storia come non se ne sentivano da molto tempo. Impostata quasi come un’opera teatrale, “La danza del puparo” alterna episodi della vita di Vinni e della sua stramba famiglia alla cronaca dei suoi ultimi istanti, intervallando monologhi di ilare follia a dialoghi di cruda umanità e riuscendo a coinvolgere emotivamente il lettore con una delicatezza inaspettata.

Come non capire Vinni che, colpito dalle sofferenze della vita, sceglie di nascondersi nel suo mondo immaginario in cui è unico e forte protagonista. Come non tifare per lui e per la sua sana pazzia, e denigrare quella insana e molto più celata delle persone che gli stanno accanto, ahimè così frequentemente incontrabile nelle nostre vite. Come non immedesimarsi con lui e desiderare una via di fuga dai dolori del mondo.

È un racconto molto sottile, non immediato, adatto ad anime sensibili che vedano oltre la semplice favola che può sembrare in apparenza. È straziante, divertente, dolce. È riflessivo e disturbante.

Segna un enorme salto di qualità per l’autore, che si conferma essere una penna arguta e dotata, in grado di spaziare nei generi e di comporre opere lontane dalla banalità ma fortemente reali, capaci di far sorridere e commuovere nella stessa pagina.

Il re è morto, viva il re.

Lo chiamavano pazzo, quando i pazzi erano loro, che si accontentavano di una vita anonima e sterile. Come automi, erano stati programmati per servire, consumare e servire ancora. All’ottantesimo anno d’età, anno più anno meno, i loro circuiti si sarebbero spenti e qualcuno li avrebbe buttati in un fosso. Qualche lacrima, una corona di fiori, un po’ d’incenso, una musica triste. Tutto finito, game over. Lui invece poteva governare un regno, sconfiggere draghi e giganti. Quel giorno dell’87 lo avevano chiamato psicopatico, ma i veri pazzi erano loro, non lui.

 

MargheBia

Le fiamme di Pompei


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Recensione di: Marghebia
Scheda libro

Titolo: La danza del puparo
Autore: Antonio Michele Paladino
Data pubblicazione*: 26/06/2017
Editore: Kobo Editore
Lingua: Italiano
Genere: Narrativa
ISBN: 9781987879551
Autore recensione: Marghebia
Valutazione recensione: 5
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