Trama:
La ragazza scomparsa: Il mondo di Shirley Jackson in miniatura: tre superbi racconti, uniti dal brivido di scoprire che l’orrore di cui leggi sta capitando «a te».
Recensione:
La ragazza scomparsa di Shirley Jackson è un piccolo libro di grande bellezza che riesce a lasciarti stordito e pieno di domande in poco più di 70 pagine.
Composto da tre brevissimi racconti, questo volume è intriso di tutto ciò che caratterizza la Jackson.
C’è il mistero, la suspense e l’immancabile paura dell’ignoto che definisce tutti i suoi romanzi.
Il primo dei tre ci porta nell’inquietudine profonda, porta alla luce la paura più grande dell’uomo: l’essere dimenticati.
Cosa accadrebbe se le persone non si ricordassero di noi? Se sparissimo e improvvisamente non avessero idea nemmeno di come è fatto il nostro volto, della tonalità della nostra voce…se non ricordassero nemmeno il più stupido aneddoto sulla nostra vita? E’ questo che ci fa provare l’autrice con un racconto agghiacciante e surreale sulla scomparsa di una ragazzina che tutti sanno esistere ma nessuno ricorda.
Nessun ricordo, nessun tratto fisico torna alla memoria. Sappiamo tutti che è scomparsa, ma in fondo è mai esistita?
Se non esisti nella mente degli altri, sei mai vissuto veramente? Se non c’è traccia di te, sei mai stato veramente parte della vita?
La ragazza scomparsa è una serie di racconti travolgente e inquietante
Il secondo racconto, il più divertente e meno inquietante ci mette in guardia su cosa è giusto e sbagliato, sulle scelte discutibili che prendiamo all’improvviso in momenti della nostra vita che sarebbero stati altrimenti banali. Il piccolo Joseph – dopo mille raccomandazioni dei genitori – sale da solo su un treno per un breve viaggio, direzione casa dei nonni. Nulla di più semplice.
Nel tragitto incontra una donna che incarna perfettamente tutto ciò che un bambino non dovrebbe mai conoscere: inganno, furbizia e sotterfugi.
Perchè il bambino si fida proprio dell’incarnazione di tutto ciò che la mamma teme?
La donna lo affascina con poche parole e lo trascina in un inganno dal quale uscirà illeso ma istruito su ciò che è la vita: un continuo presentarsi di situazioni pericolose dalle quali – nonostante le raccomandazioni – sarai immancabilmente attratto.
Il terzo e ultimo racconto rappresenta tutto ciò che di bello c’è nella scrittura della Jackson. Qui non succede nulla ma succede tutto. Non sai quando arriverà il momento cruciale del racconto, forse mai..ma non puoi smettere di stare in tensione. Non fai altro che aspettare l’attimo in cui l’autrice sferra il colpo finale e ti lascia di stucco. Ma questo momento forse non arriva mai.
Non è questa la magia della Jackson? Lasciarti in attesa che succeda qualcosa, senza che questo qualcosa arrivi mai.
Perchè mentre tu lettore cercavi di capire cosa sarebbe successo di terribile alla fine del racconto, lei lascia piccoli indizi inquietanti e angoscianti che iniziano a distrarti dal fine ultimo della storia riempiendoti di dubbi. Talmente tanti dubbi che non ricordi più dove sta andando il racconto perché ti rendi conto di essere braccato dall’ansia dell’incertezza.
E’ così che Shirley Jackson ama spaventare e disorientare il lettore.
Piccoli indizi seminati qua e là per i racconti a ricordarci che la nostra mente è troppo debole e che lei – inevitabilmente – è sempre un passo avanti a noi.
Tempo di lettura: 60 minuti
Cosa ho ascoltato leggendo il libro:
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