Recensione Longanesi “E’ così che si uccide” di Mirko Zilahy

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Recensione Longanesi “E’ così che si uccide” di Mirko Zilahy

 

Questo romanzo non è solo il thriller italiano che ha conquistato gli editori internazionali prima dell’uscita. Non è soltanto un esordio travolgente, scritto con maestria inedita.
Questo romanzo è una sfida irresistibile, che avvolge il lettore nell’incantesimo della più pura tensione narrativa.

Trama:

La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte.
Perché la morte è uno spettacolo.

Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta.
Così, Mancini rifiuta il caso.

Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo.
Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.

Recensione E’ così che si uccide


Recensione:

Un bel thriller, che potrebbe essere una puntata di Criminal Minds.

A Roma vengono trovati, uno dopo l’altro, dei cadaveri con delle particolari stranezze. Ad investigare sul caso è chiamato l’ispettore Mancini, profiler che ha studiato direttamente a Quantico ma che sta indagando sulla scomparsa dell’oncologo Carnevali, ex medico della moglie. Gli omicidi sembrano essere l’opera di un serial killer, che manda delle mail ad un vecchio giornalista per far sapere dei suoi omicidi. Mancini è costretto ad accettare il caso, e con la squadra che gli viene assegnata inizio a cercare degli elementi comuni fra le varie vittime, cercando di arrivare prima che possa compiersi un altro delitto.

ATTENZIONE SPOILER

Magari detto così tutto può sembrare fuorché interessante, ma qualsiasi altra cosa avessi detto avrebbe potuto spoilerare la trama. Il libro è scritto bene, la trama scorre, la storia in sé è interessante, ma a me l’ispettore Mancini non è piaciuto. È il protagonista del libro, ma tutto quel dolore, quella rabbia che lo porta anche a non essere abbastanza lucido me l’ha fatto risultare antipatico. L’unico momento in cui sono riuscita ad apprezzarlo è stato quando ha deciso di dare le dimissioni dal caso perché si è reso conto lui stesso che certi comportamenti non erano accettabili.

In più ho fatto fatica a leggere determinate parti del libro, in quanto la madre del killer era malata di tumore al seno, e oltre a raccontare il calvario della donna, c’è un particolare momento in cui parla di ciò che la madre raccontava alla sua psicologa, e sono parole molto forti, che colpiscono e fanno stare male chi le legge, forse qualcuno più di altri.

La storia è bella, ma questo libro dovrebbe essere letto solo da chi è capace di sopportare determinate descrizioni.

Le fiamme di Pompei


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Recensione di: Vanessa
Scheda libro

Titolo: E' così che si uccide
Autore: Mirko Zilahy
Data pubblicazione*: 04/01/2016
Editore: Longanesi
Lingua: Italiano
Genere: Thriller
ISBN: B017TBB61Y
Autore recensione: Vanessa
Valutazione recensione: 3
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