Recensione Longanesi “Il porto delle anime” di Lars Kepler
Trama:
Jasmin è una donna, una madre, un soldato dell’esercito svedese. Vive per l’amore del figlio Dante, avuto da un commilitone, un uomo segnato che cerca di affogare nell’alcol e nella droga gli orrori della guerra. Jasmin in Kosovo è stata ferita gravemente, e mentre lottava tra la vita e la morte la sua anima si è trovata per qualche giorno in un posto misterioso, una specie di sovraffollata, caotica e minacciosa città portuale. Lì ha visto uno dei suoi uomini imbarcarsi e prendere il largo… Senza tornare mai più.
È soltanto grazie alla sua forza interiore se Jasmin riesce a capire come lasciare quel posto terribile, come tornare indietro, alla vita. Ma pochi anni dopo la prima esperienza nel porto delle anime, Jasmin è costretta a farvi ritorno. Solo che stavolta non è da sola: con lei c’è anche suo figlio. Anche lui era a bordo dell’auto quando hanno avuto il tremendo incidente che li ha fatti precipitare nello stato sospeso tra la vita e la morte che Jasmin purtroppo conosce bene.
Purtroppo, perché mentre lei si riprende quasi subito, le condizioni di Dante si rivelano più critiche. E Jasmin sa di non poter abbandonare il figlio da solo, immerso nei pericoli della città misteriosa. Non c’è che una soluzione: rischiare di nuovo la morte, tornare nel porto delle anime e lottare per quello che ha di più caro.
Recensione:
Il Porto delle Anime” parla di una donna, Jasmin, tenente dell’esercito americano in missione in Kosovo. Durante un attacco, tre dei suoi uomini muoiono e lei viene ferita gravemente. Si risveglia in ospedale dopo l’operazione d’urgenza, dicendo di aver visto un porto dove ci sono tutte le anime dei morti che aspettano di andare “oltre”, viene quindi messa sotto psicofarmaci, che le vengono gradualmente ridotti. Si trasferisce a casa di Mark, un sottoposto della sua squadra, iniziano ad andare a letto insieme e lei rimane incinta.
La vita sregolata di Mark, fatta di alcool e feste, la portano a trasferirsi dalla madre, e dopo la nascita del bambino viene assunta come vicesegretario al Ministero della Difesa, quando il contratto divenne fisso con l’aiuto della madre comprò un appartamento vicino al lavoro e all’asilo. Un giorno, quando va a prendere Dante, suo figlio, all’uscita dell’asilo un uomo ha un infarto, lei si avvicina e gli sussurra all’orecchio del porto, delle barche e dei visti (targhette di metallo che vengono date a chi arriva al porto). Viene sentita e la fanno parlare nuovamente con degli psicologi e venne internata, così Mark decide di chiedere la custodia di Dante. Mentre, dopo la dimissione dall’ospedale, si reca con la madre all’appuntamento con l’avvocato e Mark per parlare dell’affidamento, hanno un incidente e lei si ritrova di nuovo al porto. Da qui la storia si alterna tra il porto e il mondo reale.
Considerazioni:
Ho letto vari libri di Lars Kepler, e il mio giudizio è sempre stato lo stesso: le prime cento pagine sono lunghe da leggere, dopo scorre molto più velocemente.
Questa volta invece ha iniziato a scorrere solo verso gli ultimi capitoli. L’ho trovato un po’ più pesante rispetto agli altri, ho fatto veramente fatica a leggerlo tutto. Era interessante, volevo sapere come andasse a finire la storia, ma non riuscivo a leggerlo, poiché alcuni punti risultavano noiosi, senza contare che la fine mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, in quanto mi sono rimasti dei dubbi.
Potete trovare il libro qui:
Le fiamme di Pompei
2 risposte
Pessimo, rasenta anzi supera il ridicolo!
Tutti gli altri romanzi invece, quelli con protagonista Joona Linna, sono super!
Ciao Patrizia. Grazie per il tuo commento e per aver suggerito una lettura migliore tra i libri di Kepler.