Recensione Mondadori “Il trono di spade. Libro quinto delle Cronache del ghiaccio e del fuoco” di G. R.R. Martin

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Recensione Mondadori “Il trono di spade. Libro quinto delle Cronache del ghiaccio e del fuoco” di G. R.R. Martin

 

Trama:

La “vittoria” del leone dei Lannister ha lasciato un’interminabile scia di sangue: sepolto l’infame lord Tywin, assassinato dal proprio figlio nano, finita in catene la regina Cersei, seduto il piccolo re Tommen su un trono di lame pronte a ucciderlo, il destino dell’intero continente occidentale è di nuovo in bilico. Sulla remota Barriera di ghiaccio il temerario Jon Snow è costretto a consolidare con le armi il suo rango di lord comandante dei guardiani della notte mentre, al di là del Mare Stretto, Daenerys Targaryen, l’intrepida Regina dei Draghi, continua a difendere il proprio dominio contro orde di nemici antichi e nuovi. In fuga verso le città libere, il parricida Tyrion Lannister potrebbe essere la chiave di volta della restaurazione della mai realmente estinta dinastia del Drago. Tutto questo però potrebbe rivelarsi disperatamente inutile. Perché ora, veramente… l’inverno sta arrivando.

Recensione Il trono di spade


Recensione:

Una delusione, purtroppo.
Il quarto libro aveva raccontato la storia di metà dei personaggi, quindi questo quinto libro riprende la linea temporale già percorsa nel quarto raccontando la storia degli altri personaggi, per poi ricongiungersi verso la fine e riprendere la narrazione di tutti.

Capisco che mantenere viva una storia dopo cinque grossi libri possa essere difficile, ma ho visto la narrazione diventare più pesante man mano che leggevo, dopo poche pagine già chiudevo il libro perché la lettura non scorreva. Mi dispiace dirlo, ma a me questo libro non è piaciuto.

ATTENZIONE, SPOILER!

Quest’ultimo libro ci lascia con molti dubbi: Jon Snow è stato pugnalato cinque volte, e tutto fa presupporre che sia ormai morto; Arya è finalmente diventata “nessuno”, ora bisogna capire come vuole proseguire; Daenerys si trova su un’isola con il suo drago, e sembra aver ritrovato i suoi cavalieri di sangue; Tyrion si è unito ai Secondi Figli, promettendo oro e proprietà che non ha e meditando già di tradirli; Jaime è sparito con Brienne (si pensa); Cersei deve affrontare il processo e, se il suo campione vince, sarà proclamata innocente. Di Sansa Stark non si è parlato in tutto il libro.

Martin ha lasciato così degli interrogativi aperti a cui dovrà dare una risposta nei prossimi (due) libri, ma non so se li leggerò. Solitamente uno dei suoi libri lo leggevo in tre settimane, per terminare questo ho impiegato cinque mesi. La narrazione ha iniziato a diventare un po’ più interessante quando ha ripreso il racconto di tutti i personaggi, ma non c’è più quella passione dei primi tre libri. Lo consiglio solo se non si vuole lasciare una storia incompleta.

Le fiamme di Pompei

Una risposta.

  1. Beh, Martin lo ha spiegato che in realtà dopo la morte di Tywin Lannister (e la fine del terzo libro in generale), voleva fare un salto temporale di cinque anni nella storia, ma poi ci ha ripensato perché è arrivato all’opinione che cinque anni erano troppi per non far succedere nulla nel mentre. E quindi il quarto ed il quinto libro sono ciò che ha deciso di mettere in sostituzione di quel salto di cinque anni. Quindi il meglio lo ha tenuto per gli ultimi due libri dato che in essi, semmai li scriverà, farà accadere quello che avrebbe fatto accadere fin dall’inizio se fosse andato fino in fondo con la sua idea di fare un salto temporale. Come dire, se questa saga fosse una gara di corsa, il primo libro sarebbe il “pronti, partenza via.” Mentre il quarto ed il quinto sono l’automobile che si ferma per fare pit stop prima di ripartire.

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