Trama:
Nightflyers: Quando ormai la terra è sull’orlo del tracollo, l’ultima speranza risiede in una spedizione scientifica la cui missione consiste nell’avvicinare e studiare una misteriosa razza aliena che si spera possa custodire la chiave per la sopravvivenza dell’umanità. L’unico mezzo in grado di affrontare la spedizione è la “Nightflyer”, un’astronave completamente automatizzata, controllata da un solo essere umano, il capitano Royd Eris. L’equipaggio però si ritrova a viaggiare su una nave fantasma perché il capitano non si mostra mai se non attraverso il suo ologramma e comunica solo tramite una voce contraffatta. A rendere la permanenza sulla “Nightflyer” ancora più inquietante, il sensitivo del gruppo inizia a percepire a bordo una presenza oscura, un’entità pericolosa, incorporea, aliena. Il capitano sostiene di non saperne nulla e, quando qualcosa o qualcuno inizia a uccidere i membri dell’equipaggio, sembra non essere in grado o intenzionato a cercare di arrestare questa scia di sangue. L’unica ad avere la possibilità di fermare questa creatura sanguinaria è Melantha Jhirl, un’umana geneticamente modificata, più forte, intelligente e veloce di tutti gli altri membri dell’equipaggio. Ma per farlo, prima deve riuscire a restare viva…
Recensione:
Credo di aver avuto un grosso vantaggio nel leggere questo libro, un vantaggio che ormai pochissimi possono vantare. E’ in assoluto la prima pubblicazione che leggo di Martin. Ci sono milioni di fanatici del Trono di Spade, un sacco di amanti dei suoi libri, io sono una di quelle poche persone che si è sempre rifiutata di iniziare a leggere la sua interminabile saga e qualsiasi sua pubblicazione collaterale.
Troppi nomi, troppe persone e troppi fatti che si accavallano…ammetto che la mia è pigrizia ma non sono mai entrata nel mood giusto per iniziare. Questo però mi mette nella posizione di vantaggio di non avere termini di paragone, aspettative troppo alte o qualsivoglia pregiudizio.
A gennaio, mi sono recata in libreria per regalarmi una montagna di libri per il compleanno. Mi sono detta “Perché no? Questo sembra abbastanza corto, non può contenere troppi nomi complicati…” E’ nata così la mia complicata relazione con uno degli scrittori più famosi e osannati di questi ultimi anni.
La storia è abbastanza comune, la terra sta morendo e un piccolo gruppo di persone accuratamente scelte hanno la possibilità di partire per una missione che potrebbe essere la salvezza dell’umanità o un grandissimo buco nell’acqua. Mentalisti, persone geneticamente “migliorate”, scienziati e informatici partono alla ricerca di una specie aliena – i Volcryn – che possa aiutarli a sopravvivere o quantomeno a capire come evolversi in qualcosa di diverso, di nettamente migliore. Quello che però li aspetta è decisamente diverso, più ambiguo e spaventoso di quanto potessero immaginare. Una presenza oscura (sto davvero cercando di non cadere nel banale ma è davvero difficile) trama per prendere possesso della nave e fare dei passeggeri della carne da macello. Questa forza oscura non è tangibile, è una presenza fondamentalmente assente per buona parte della storia. Sebbene questo suoni come un ossimoro è esattamente così. I protagonisti sono totalmente in balia di qualcosa che non sanno nemmeno essere tra loro, sono perennemente in pericolo e rischiano la vita costantemente addebitando tutto alla paranoia quando invece, ahimè, è una forza manipolatrice a decidere del loro infausto destino.
In Nightflyers, ci sono vari personaggi che – nonostante siano importanti per la trama – passano loro malgrado in secondo piano per una totale mancanza di appeal.
Spiccano grazie alla buona dose di mistero e intelligenza dei quali sono dotati Melantha – una donna superpotenziata – e Royd, il comandante. La parte più innovativa del racconto è sicuramente quest’ultimo che, comparendo solo come ologramma per quasi tutto il libro, mantiene una buona dose di mistero e tiene concentrato il lettore. Cosa è Royd? Non chi è, ma cos’è. Mi spiace, niente spoiler. Dovrete scoprirlo.
Melantha è una figura femminile fastidiosa, onnipresente e arrogante. Proprio il genere di personaggio che mi piace. Lei non deve piacervi, non deve avere il favore del pubblico né deve piacere ai personaggi del libro. Non ha bisogno di nessuno in realtà, è perfezionata e in grado di far fronte a qualsiasi situazione. E’ quello di cui c’è bisogno in una missione spaziale senza un futuro roseo all’orizzonte.
Nightflyers è stata una scommessa, ci sono tutte le premesse per amarlo e odiarlo contemporaneamente.
Amo lo spazio e qualsiasi lettura sul genere deve essere necessariamente mia. Di contro…beh lo sapete ormai da anni io non ho memoria per i personaggi. Il libro è corto – potremmo definirlo un romanzo breve – e caratterizzato dalla completa assenza di capitoli a delimitare le varie fasi della narrazione. Si passa spesso da una situazione all’altra senza un taglio netto e a volte mi sono trovata disorientata. Forse è il tipo di scrittura di Martin ma la mancanza di capitoli, sebbene all’inizio mi abbia infastidita, mi ha concesso un flusso di lettura più veloce e scorrevole. Non mi sono resa conto di essere arrivata alla fine proprio grazie alla mancanza di capitoli ben definiti. Nulla da dire sullo stile narrativo, si capisce leggendo che l’autore è un maestro e che la totale assenza di pecche nello scrivere sia dovuto a una esperienza che pochi altri possono vantare ad oggi.
Non sono diventata amante o fanatica di George R. R. Martin e non correrò certamente a comprare la sua infinita serie di libri (ma adoro la serie tv) devo però riconoscere che, nonostante la storia non sia di base un granché, lui sa come vendersi. Sa bene come catturare il lettore e devo ammettere che, se avesse scritto di come si coltivano patate l’avrei letto comunque.
Cosa ho ascoltato leggendo Nightflyers?
Tracklist:
Soul Kitchen
This is Halloween (favolosa)
I put a spell on you
We’re all gonna die
Nessuna risposta.