Recensione Nord “La mano sinistra di Dio” di Paul Hoffmann
Trama:
Non lasciatevi ingannare. Si chiama Santuario dei Redentori, quello in cima a Shotover Scarp, ma è un luogo che non dà nessun rifugio e offre ben poca redenzione. Anzitutto è circondato, a perdita d’occhio, da un’arida boscaglia, è avvolto da una perenne coltre di fuliggine ed è così grande che è facilissimo perdersi, proprio come ci si perderebbe in una landa desolata. Poi ci vivono più di diecimila ragazzi, tormentati dalla fame e dal gelo, costretti a pregare e a fare penitenza, stremati da punizioni brutali e da un addestramento sfibrante. E tutto perché i Redentori hanno un disperato bisogno di soldati da mandare in guerra contro gli Antagonisti, contro coloro che non credono in nessun Dio. Una guerra che dura ormai da due secoli. Questa è stata la vita di Cale da quando, dieci anni prima, è stato strappato alla sua famiglia e condotto nel Santuario. Adesso Cale di anni ne ha quattordici: il suo passato è stato cancellato, il suo presente è un inferno e il suo futuro è la morte sul campo di battaglia. La stessa fine di tutti suoi compagni. Però Cale non è come gli altri. Non si lamenta, non rimpiange, non protesta. Il suo sguardo è freddo e spietato, il suo cuore è calmo e risoluto, la sua mente è lucida e determinata. Perché Cale ha un piano. Deve fuggire. Ma non si può sfuggire al destino. Perché, dopo aver abbandonato il Santuario, Cale si ritroverà in un mondo ancora più crudele e pericoloso. Un mondo in cui bisogna combattere con le armi e con l’astuzia. Un mondo che regala l’amore soltanto per strapparlo via. Un mondo in cui amici e nemici hanno lo stesso volto. Un mondo che aspetta e teme colui che forse lo distruggerà: la Mano Sinistra di Dio…
Recensione:
Questo è il motivo per cui odio iniziare a leggere un libro di cui non ho il seguito.
Cale vive in un santuario insieme ad altri ragazzi. I Redentori li addestrano per combattere contro gli Antagonisti, che non credono in Dio; questa guerra va avanti da anni, ma i Redentori stanno creando un esercito.
Cale è il migliore dei loro addestrati: uno stratega eccezionale, una macchina per uccidere, finché una sera vede qualcosa che non avrebbe dovuto, uccide un Redentore e scappa con altre due reclute. Da quel momento la sua fuga diventa non solo una fuga dai Redentori per non essere ripreso e non essere usato come “Atto di Fede”, ma un viaggio per trovare il suo posto nel mondo, un viaggio che lo porterà a confrontarsi con sé stesso e con ciò che vuole essere.
Questo libro è ambientato in un periodo non meglio specificato ma che dovrebbe identificarsi col Medioevo, e già questo è il primo punto a suo favore: se non specifichi il momento storico in cui ambienti il tuo romanzo non devi attenerti a fonti storiche ma puoi scrivere ciò che vuoi, e in più è un “mondo” che – almeno a me – affascina molto. C’è azione, psicologia, mistero, strategia, ci sono tutte le cose che servono a scrivere un buon libro.
Ho provato subito curiosità per il personaggio di Cale, un ragazzino costretto a comportarsi da adulto a causa del luogo dove vive, degli insegnamenti ricevuti e delle violenze subite: è un personaggio chiuso, la cui psicologia viene svelata poco per volta nel libro, e mai del tutto. Non vuole fidarsi di nessuno perché non vuole provare la paura di perdere qualcuno, e si aprirà solo verso la fine del libro, ma sarà la persona
giusta a cui affidare i suoi sentimenti?
Un libro affascinante, che tiene col fiato sospeso, e di cui vorrete leggere la continuazione. Consigliato!
Potete trovare il libro qui:
Le fiamme di Pompei
Una risposta.
la trama è intrigante…ma mi inquieta:)