Recensione The Dome di Stephen King
Trama:
È una tiepida mattina d’autunno a Chester’s Mill, nel Maine, una mattina come tante altre. All’improvviso, una specie di cilindro trasparente cala sulla cittadina, tranciando in due tutto quello che si trova lungo il suo perimetro: cose, animali, persone. Come se dal cielo fosse scesa la lama di una ghigliottina invisibile. Gli aerei si schiantano contro la misteriosa, impenetrabile lastra di vetro ed esplodono in mille pezzi, l’intera area – con i suoi duemila abitanti – resta intrappolata all’interno, isolata dal resto del mondo.
L’ex marine Dale Barbara, soprannominato Barbie, fa parte dell’intrepido gruppo di cittadini che vuole trovare una via di scampo prima che quella cosa che hanno chiamato la Cupola faccia fare a tutti loro una morte orribile. Al suo fianco, la proprietaria del giornale locale, un paramedico, una consigliera comunale e tre ragazzi coraggiosi. Nessuno all’esterno può aiutarli, la barriera è inaccessibile.
Ma un’altra separazione, altrettanto invisibile e letale, si insinua come un gas velenoso nel microcosmo che la Cupola ha isolato: quella fra gli onesti e i malvagi. Tutti loro, buoni e cattivi, dovranno fare i conti con la Cupola stessa, un incubo da cui sembra impossibile salvarsi. Ormai il tempo rimasto è poco, anzi sta proprio finendo, come l’aria..
Recensione:
Catalogare King è difficile, quando uno è un genio difficilmente riesci a inserirlo in una sezione ben definita. Non ci resta altro che considerarlo LO scrittore e adattarci alla sua violenta genialità.
The Dome è la storia di una piccola cittadina del Maine che una mattina, senza alcun motivo apparente, viene esclusa dal resto del mondo tramite una cupola impenetrabile e trasparente che taglia in due tutto quello che trova mentre si infila nel terreno per decine di metri
Gli abitanti di Chester’s Mill sono isolati dal resto del mondo, confusi e spaventati.
Tra questi c’è Barbara, un veterano di guerra che sta abbandonando la cittadina passeggiando verso il confine e programmando il resto della sua vita.
Barbie – così si fa chiamare – non fa in tempo ad attraversare il confine e si trova ad essere il primo sfortunato spettatore di quello che presto sarà un tragico avvenimento.
Quando un luogo viene messo in isolamento, ci sono due possibili vie che la popolazione può seguire. Affidarsi alla legge seguendola scrupolosamente senza andare fuori di testa, oppure abbandonarsi all’autogestione, al panico e alla follia. Questo secondo metodo è il preferito di Big Jim, consigliere comunale che nel tempo libero porta avanti una produzione segreta di metanfetamine grande abbastanza da soddisfare la richiesta di uno stato intero.
Da qui iniziano le avventure dei cittadini di Chester’s Mill – o meglio – qui iniziano le morti.
Avere la propria cittadina isolata dal resto del mondo può essere una grande opportunità per prendere il controllo delle menti di tutti, diventando l’indiscusso dittatore che ignora la costituzione e istituisce la propria forza di polizia e le proprie leggi.
La follia, la paura e l’ignoranza sono potenti ingredienti di una bomba pronta ad esplodere.
Razionamento, abolizione della libertà di stampa e omicidi sono la nuova quotidianità della piccola cittadina. Barbara e la sua amica reporter sono determinati a scoprire cosa ha provocato l’apparizione della cupola e a fermare il delirante consigliere comunale.
Recensione The Dome di Stephen King
Quello che più spicca in questo lunghissimo romanzo è la tenacia e la resilienza che alcuni uomini possono mostrare quando messi sotto pressione, contrapposti alla pazzia e al delirio di onnipotenza di altri. The Dome è la risposta che meritiamo di ricevere quando ci chiediamo: chi siamo? cosa siamo?
Siamo potenzialmente mostri, siamo potenzialmente salvatori.
Ogni momento passato all’interno della cupola ha portato i personaggi del libro ad un bivio, cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Se commetto un reato che nessuno può provare e vedere, è ancora un reato? Se uccido per salvarmi, è comunque un omicidio? Se uccido in nome di Dio, sono un degno figlio del Signore?
La componente religiosa è fortissima. Come possiamo immaginare dalle tante serie tv americane, le piccole cittadine hanno come fulcro, come centro gravitazionale della vita sociale, la chiesa. Lì si ritrovano, pregano e lavano la propria coscienza. Si tolgono il peso dei loro sentimenti perversi e dei loro peccati, anche quelli inconfessabili.
Se agiamo in nome di Dio tutto è permesso.
Se Dio vuole che tutti mi obbediscano, allora posso diventare un dittatore e impedire ai miei concittadini di godere dei semplici diritti costituzionali. E posso farlo alzando le mani al cielo e pregando il Signore, per poi sparare dritto in faccia a chi non si sottomette.
Quando gli uomini – saggi o ottusi – vengono chiusi in una dimensione ristretta e lasciati a sé stessi senza prospettiva di libertà, prendono forma i più macabri e violenti scenari che si possano immaginare.
Il messaggio di questo libro è chiaro, King lo rende evidente in ogni pagina.
Noi siamo potenzialmente dei mostri e potenzialmente dei redentori. Quello che la nostra mente partorisce è sì frutto del nostro passato, ma anche di ciò che la realtà ci pone davanti.
Ognuno di noi può essere un carnefice, anche se mandato da Dio.
Chiedetevi: se stesse per finire l’aria, se non ci fosse possibilità di sopravvivere tutti, vi sacrifichereste per gli altri?
Libri consigliato a tutti gli amanti del thriller e dello sci-fi.
Tempo di lettura: 18 h circa tra pomeriggi e sere di lettura
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Cosa ho ascoltato durante la lettura:
Potete trovare il libro qui:
Una risposta.
Non sono un’appassionata di King di cui ammiro però la maestria e i forti messaggi che i suoi libri veicolano ma la tua splendida recensione mi ha entusiasmata . Complimenti un’analisi così attenta di un libro mi è capitato difficilmente di leggerla