Trama:
«Guardava il monitor del suo computer. Al centro del foglio bianco, in Times New Roman, corpo 14 maiuscolo grassetto, aveva scritto la parola FINE. L’orologio segnava le 23:30. Sull’orlo del precipizio, il suo ultimo romanzo, era terminato. Due anni, sei mesi e tredici giorni, tanto era costato in termini di tempo. A questo si dovevano aggiungere l’ansia, la fatica, le notti insonni, i dolori alla cervicale, 862 pacchetti di sigarette, tre influenze, 30 rate di mutuo. Alle 23:30 di quel 2 ottobre 2015 guardando quella parola semplice di due sillabe, Giorgio Volpe, uno dei più grandi scrittori italiani, si interrogava sul suo stato d’animo»
Recensione:
Immaginate uno scrittore famoso avanti negli anni, pronto dopo più di due anni di lavoro a pubblicare un nuovo attesissimo romanzo “Sull’orlo del precipizio”.
La storia della sua famiglia, in parte anche della sua vita. Un incredibile racconto basato sui ricordi del nonno, sulla guerra e sulla resistenza, una storia che tocca l’animo di tutti gli italiani.
Ecco, un capolavoro del genere pubblicato con la sua fedele casa editrice non può che essere un successo assicurato.
Quello che però attende Giorgio Volpe, scrittore e protagonista di questa storia, ha dell’incredibile.
La sua storica CE è stata assorbita con molte altre da un colosso di nome SIGMA che ha capitalizzato e riorganizzato il mondo dell’editoria italiana lasciando indietro solo quelle piccole case editrici che non sono in grado di fare concorrenza.
Giorgio aspetta che la sua editor di fiducia Fiorella Chiatti si presenti alla porta di casa sua per rivedere quel poco che c’è da sistemare e mandare in stampa il libro, tutti alla vecchia CE hanno apprezzato la prima lettura e ormai resta poco lavoro da fare.
Quando però aprendo la porta si trova davanti Sergej e Aldo, due uomini d’affari in giacca e cravatta, Giorgio capisce che qualcosa non va.
Inizia così la spiacevole avventura del protagonista.
Le indicazioni sono chiare, Sergej e Aldo sono li per rivedere il libro, la SIGMA ha dato delle direttive su cosa pubblicare e cosa no. Niente libri troppo lunghi, niente metafore, niente poesia, niente guerre e divorzi. I partigiani devono essere belli alti e biondi e per assicurarsi le vendite si raccomanda qualche avventura da una sola notte con affascinanti spie russe.
Ecco quello che serve al lettore italiano, ecco quello che propone ora la SIGMA, indiscussa CE che domina tutto il mercato nazionale.
Giorgio però non ci sta, prova a ribellarsi e si ritrova in una serie di avvenimenti che sfiorano l’assurdo, le sue giornate sembrano uscite da un film di spionaggio. Sparizioni di piccole case editrici, amici irreperibili e colleghi di grande fama piegati a scrivere libri di cucina e biografie dei calciatori.
Inutile ribellarsi e ostinarsi a mantenere il proprio orgoglio intatto.
Il gioco è fatto, la SIGMA ha assunto il controllo di tutto e la letteratura italiana ha iniziato il suo declino.
Fino alla fine il lettore pensa e spera che sia solo un sogno frutto dell’ansia dello scrittore che ha appena finito la sua ultima opera.
Invece, la dura realtà è un’altra.
Gli scrittori vengono così piegati sotto il giogo del capitalismo.
Ho conosciuto Antonio Manzini qualche anno fa con la sua stupenda serie di libro sul poliziotto Rocco Schiavone e ho iniziato questo libro con curiosità, le mie aspettative non sono state tradite.
Vi lascio con una domanda: quando ho concluso questa lettura ho pensato che avrei potuto definire il libro un “distopico sulla letteratura” ma alla luce delle ultime trovate delle case editrici, quanto questa storia è lontana dalla nostra realtà?
«Senta, io capisco che per lei la notizia può essere sconvolgente, ma non deve preoccuparsi.
Io e Sergej siamo due professionisti. Lui ha corretto le bozze di Tolstoj!».
«Le bozze di Tolstoj? Ma se è morto nel 1910! Cosa vi siete bevuti?».
«Adesso la Sigma ripubblica tutti i successi del grande scrittore russo».
«I successi?» disse sbalordito Giorgio. «E che è, una compilation?».
«Sì. Vojna i mir esce settimana prossima. Ma senza inizio in francese… senza Waterloo, più corto. Solo 300 pagine». Sergej sorrise contento e fiero.
«Vojna i mir… Guerra e pace?».
«Solo pace. Guerra la tagliamo tutta».
Recensione a cura di: Mirtilla Malcontenta
Una risposta.
bello e terribile il libro e molto puntuale la recensione, credo che Manzini abbia descritto una situazione che l’editoria italiana rischia di vivere veramente……